26 novembre 2011, Giornata nazionale della Colletta Alimentare.

«Mi ha regalato occhi bellissimi»

Mohamed decide anche quest'anno di fare la Colletta Alimentare come volontario. In un supermercato milanese riscopre il valore profondo di quel gesto. Le famiglie arabe incontrate, il capo-équipe, la crisi... e una grande sorpresa

Sono un ragazzo egiziano di sedici anni e frequento la terza liceo.
Partecipo sempre alla Colletta Alimentare, da quando all’inizio l’ho vista fare dai miei genitori musulmani. Anche quest’anno non potevo mancare a questa occasione, avendo intuito dalle ultime volte il suo vero significato.
La Colletta è un gesto importante perché non solo aiuta le persone, ma anche noi stessi. Mi apre gli occhi rispetto a molte cose: dall’ aiutare di più mio padre e mia madre, all’essere più attento alle sorprese che ci capitano ogni giorno.
Quest’anno ho deciso di partecipare con i miei amici di Portofranco, un Centro di Aiuto allo Studio di Milano. È stata un’esperienza bellissima, ma molto impegnativa.
Sono andato con il gruppo di Piotta, un mio educatore di Portofranco, al Lidl di Maciachini. Sapevo che sarebbe stata dura a causa della crisi, e a maggior ragione in un supermercato di una zona di Milano come Maciachini, con un’alta presenza di stranieri e zingari.
Inizialmente vedendo entrare persone egiziane esitavo a dialogarci in arabo, limitandomi a fare lo stesso che facevo con gli altri. Però ad un certo punto ho notato che i primi due ragazzi egiziani, non conoscendo bene l’italiano, si allontanavano velocemente, impauriti da noi che stavamo all’entrata.
Da lì ho deciso di prendere coraggio. Pensavo di poter utilizzare una mia importantissima risorsa: l’arabo. Così ho iniziato a spiegare a queste famiglie, tutte egiziane o marocchine, cos’era la Colletta Alimentare e a che cosa servisse. Ho avuto dei piccoli risultati ma secondo me strabilianti: alcuni mi rispondevano con sincerità che non potevano, mentre altri compiaciuti da questa iniziativa prendevano il sacchetto promettendomi che avrebbero dato quello che potevano.
Alla fine sono stato molto felice di vedere che molti ragazzi arabi prendevano la sportina gialla e davano la loro offerta. Ero molto orgoglioso della gente del mio Paese.
L’ultima cosa che quest’anno il gesto della Colletta mi ha regalato sono stati degli occhi bellissimi, pieni di riconoscenza per il mio impegno durante il turno di volontariato. Tutto è nato perché il prof, responsabile della Colletta nel mio Lidl, e sua moglie mi sembravano dispiaciuti: il peso raggiunto degli scatoloni non si erano nemmeno avvicinato a quello dell’ anno scorso. Mancavano solo tre ore alla chiusura, ma con molto impegno alla fine siamo riusciti ad eguagliarlo.
Da quel momento ho visto i loro occhi pieni di ringraziamento e felici per me. Questa è stata la mia soddisfazione più grande ed è la sorpresa più bella che la Colletta mi ha fatto.
Mohamed, Milano