Benedetto XVI saluta la folla riunita in piazza per l'ultima udienza.

«Non siamo mai stati così uniti»

Martino, otto amici e un pulmino scassato. In una Piazza San Pietro colma, è valsa tutta la fatica solo perché il Papa «ci ha guardati». Il racconto della "juventud" di Benedetto XVI, che da Varese è scesa per salutarlo

Dopo la notizia della rinuncia al papato di Benedetto XVI, con alcuni amici, a Varese, subito è nata l’idea di andare a Roma per l’ultima Udienza. L’organizzazione è stata molto difficile, e la neve ci ha messo il suo.
Abbiamo deciso di andare in macchina, mezzo più economico, benché richiedesse una grande fatica. Il numero di chi si voleva aggregare aumentava e così, grazie al nostro don, abbiamo trovato un pulmino con nove posti. Certo, non è stato facile partire, il nostro mezzo aveva la batteria completamente a terra, specchietto rotto, e occorreva una tenaglia per aprire il cofano. Ma dopo cambi di guida e di sentinella, circa sette ore di viaggio e qualche pausa, finalmente siamo arrivati a Roma e siamo riusciti a trovare un parcheggio in via delle Fornaci, a due passi da San Pietro.
Anche una volta arrivati non è stato semplice: c'era una grande ressa per entrare in piazza e arrivare alle transenne per vedere meglio il Papa è stata un'impresa.
Andrea, Stefano, Daniele, Benedetta, Isa, Teresa, Silvia, Erica ed io: ragazzi tra i 19 e i 21 anni, con poche briciole di esperienza alla guida, siamo riusciti a portare il nostro ringraziamento di persona a Benedetto XVI. Molti amici non sono riusciti a venire per una più che comprensibile apprensione dei genitori, per esami, per i dubbi sul mezzo, e altri motivi. Ma tra chi è sceso a Roma, chi è rimasto Varese, chi a Milano o a Novara, il nostro gruppo di amici non è mai stato tanto unito, stretti attorno alla Chiesa grazie alla figura del Santo Padre, a cui dobbiamo tanto.
Quello che abbiamo visto ieri in piazza San Pietro, quando la Chiesa è letteralmente “scesa in piazza”, non è un nostalgico e malinconico addio al Papa, ma una dimostrazione di affetto e di unità di un popolo che, nonostante il momento difficile, sa che non è abbandonato, né tanto meno perso. E questo affetto per Benedetto XVI si accompagna alla fiducia nel prossimo Papa, chiunque sarà. La Chiesa si trova ad essere tutta unita nella preghiera per il prossimo pontefice.
Insomma tante ore di sonno perso, code infinite solo per fare Roma-Firenze a causa dell’autostrada chiusa, ostacoli e difficoltà, ma il momento in cui il Santo Padre è passato e ha guardato proprio noi racchiude il motivo per cui davvero ne è valsa la pena.
Alcuni erano presenti il 19 aprile 2005 per la prima messa del suo pontificato: abbiamo conosciuto Giovanni Paolo II, ma per la storia di ognuno di noi, Benedetto XVI è stato il nostro Papa, con lui abbiamo urlato: «Esta es la juventud del Papa» per le strade di Madrid, lo abbiamo accolto a Milano per l’Incontro delle Famiglie. Ci ha accompagnati nella crescita nel Cristianesimo, e la fatica di questo viaggio è nulla rispetto a ciò che ne abbiamo ricevuto.
Grazie Benedetto!
Martino Colonna-Preti