Un momento della Giornata di Gs a Bergamo.

Se calzolai e lavandaie c'entrano con il destino

Nella città lombarda un giocone, dei canti e una messa per iniziare il nuovo anno. Così ottocento giessini della regione hanno trascorso una giornata insieme. Per esprimere, e rivedere, «una bellezza che si impone nella vita»

San Lorenzo, Sant'Agostino, Santo Stefano, Sant'Alessandro: sono santi importanti per le storia di Bergamo. Il 13 agosto 1561 il popolo si raduna per un pellegrinaggio in un momento grave per la storia della città e da lì parte la ricostruzione della chiesa e del cuore della città. È su questo episodio che si costruisce il gioco con cui inizia, sabato 4 gennaio 2014, la giornata di Gs a Bergamo, "Storie del nuovo mondo", a condividere con Avsi l'impegno in favore di persone vittime di guerra e povertà. Ottocento studenti delle scuole superiori della Lombardia, divisi in quattro squadre, si sono ritrovati nella Piazza Vecchia della Città alta, e hanno dato il via ad un gioco che aveva come scopo raccogliere i dobloni necessari a costruire il reliquiario per Sant'Alessandro e i santi minori di Bergamo. Dopo una sfilata in costume sotto il Palazzo della Ragione, le squadre si sono sparpagliate per le vie della città per affrontare le "prove", preparate dagli studenti bergamaschi. La prova delle lavandaie, quella del presepe, quella dei calzolai, quella del carro armato... Studenti e studentesse impegnati in modo avvincente, occasione di esprimere quella gioia e quella forza di vita che vengono dall'esperienza quotidiana di sequela al Mistero.

Terminate le prove sotto la pioggia incessante, tutti si sono ritrovati sotto il Palazzo della Ragione dove è stata proclamata vincitrice la squadra di San Lorenzo. I canti con il coro di Gs hanno segnato l'inizio della seconda parte della giornata; una grande intensità ha accompagnato uno dopo l'altro i brani, proposti per esprimere la bellezza che si impone nella vita. Alberto Bonfanti, responsabile di Gs ha voluto sottolineare prima della Santa Messa l'importanza del gesto che ha visto coinvolti tanti ragazzi e l'ha identificata nel rapporto che l'uomo ha con il destino, un rapporto che riguarda il desiderio di felicità e lo impegna senza quartiere. In questa direzione, Bonfanti ha augurato a tutti «che per il nuovo anno ogni gesto sia vissuto affermando il suo significato, che ogni gesto sia un passo verso il destino», indicando nella tensione al destino il valore di ogni azione umana e la sua efficacia sia dentro la vita di ciascuno sia nella società.

Ha concluso la giornata monsignor Davide Pelucchi, vicario episcopale di Bergamo, celebrando la messa nella Cattedrale di Sant'Alessandro.
Il prelato ha valorizzato il gesto compiuto dai giessini, lui per primo colpito dal fatto che tanti giovani, invece di andare a sciare o passare la giornata davanti ai videogiochi, hanno deciso di esprimere insieme la pienezza di vita che viene dalla fede.

La ragione di questa scelta è diventata ancor più chiara durante l'omelia quando monsignor Pelucchi ha commentato il prologo di san Giovanni, evidenziando che con l'incarnazione Gesù Cristo risponde contemporaneamente alle domande "chi è Dio?" e "chi è l'uomo?". Gesù infatti porta dentro il mondo uno sguardo di simpatia totale all'uomo, risponde alla sua esigenza di vero e di bello come ha testimoniato don Giussani fin da quando in terza media si è messo a leggere Leopardi trovando quella corrispondenza al cuore che ha caratterizzato tutta la sua vita. Ed è perché Dio si è fatto carne che tutto ciò che è umano ci appassiona e ci interessa. Monsignor Pelucchi ha concluso la messa incoraggiando tutti a seguire l'esperienza del movimento come strada incontrata e da percorrere per realizzare il proprio destino.

Gianni, Milano