I ponti di Praga sulla Moldava.

Praga, l'imprevisto protagonista

Una gita con gli studenti in una città "già vista". Eppure, grazie allo stupore di fronte a tutto dei ragazzi, la possibilità di riscoprire le bellezze che si celano dietro ogni angolo. E una volta tornati, quella mail di uno studente...

Sono stato con la scuola in viaggio di istruzione a Praga. Mi ha colpito quanto mai la sua bellezza ferita, con quella tristezza che emerge in ogni suo anfratto. Conoscevo Praga ma vederla con i miei studenti, questa è stata la novità, perché mi hanno incalzato con la loro vivacità, con le loro domande, sempre tesi a scoprire ciò che l'apparenza non basta a spiegare.

Sono andato così dietro ai miei studenti e studentesse, li ho seguiti facendomi sorprendere dal loro entusiasmo e questo ha reso appassionante per me rivedere cose già note che con loro diventavano come se le vedessi per la prima volta. Il Ponte Carlo, il ghetto ebraico, i bambini di Terezin, Jan Palach, san Venceslao e san Giovanni Nepomuceno, il giro in battello sulla Moldava, li conoscevo già, ma grazie alla sfida a guardare che i miei studenti mi hanno fatto semplicemente guardando, sono diventati tutti occasione per fare esperienza, per lasciarmi sorprendere oggi da ciò che portano. Sono tornato da Praga grato ai miei studenti e studentesse, sono loro che mi hanno fatto incontrare ciò che pensavo già di conoscere.

A casa però mi è però rimasta una domanda, dove sia stato il segreto di questa esperienza, come abbia io potuto imparare dai miei studenti e non loro da me. Una domanda cui non riuscivo a dare risposta o meglio, mi fermavo alla loro libertà di chiedere, al loro entusiasmo di buttarsi alla scoperta di ciò che non risultava chiaro. Finché mi arriva un mail da uno studente e con sorpresa leggo: «Ed è grazie proprio a quello stupore che ho saputo apprezzare Praga come mai avevo fatto prima con una città: cercando me stesso in quell'atmosfera e in quella bellezza, di cui lei è testimone! Praga ha saputo raccontare di me sia nella sua tristezza sia in tutti quei colori e forme che la fanno valere e che la rendono unica. Anche la gita in sé ha saputo raccontare di me, con l'imprevisto come protagonista, che non è stato in grado di abbattere il desiderio di ricerca, che purtroppo non tutti hanno condiviso!»

È stato un contraccolpo la lettura di questa mail ma mi ha svelato il segreto che cercavo, è la conoscenza che fa fare esperienza, che uno guardando la realtà scopre se stesso. Questo è successo a Praga, questo mi ha fatto fare esperienza, aver seguito studenti e studentesse che erano in gita per sé, perché avevano a cuore capire di più la loro umanità.

Gianni Mereghetti, Abbiategrasso