Che cosa significa dare un giudizio?

Fine dell'anno scolastico, tempo di scrutini. E di voti. Basta a un insegnante fare la somma algebrica dei risultati di tanti compiti o interrogazioni? E cosa ci sta dietro a quello che sulla carta può sembrare solo un numero?

Oggi è un giorno di riflessione per me. Ci sono gli scrutini e mi devo preparare raccogliendo il lavoro fatto durante l'anno in modo che il giudizio che esprimerò su ognuno dei miei studenti riesca a cogliere e a valorizzare quello che è il percorso reale di maturazione che ciascuno di loro ha fatto. Sono momenti di particolare intensità. Scorro dentro la memoria quello che abbiamo fatto e scoperto insieme, attento a far rivivere la freschezza di una tensione alla conoscenza che ha contraddistinto anche quest'anno. È un lavoro che mi impegna alla sintesi: devo esprimere con un voto, che non è altro che un numero, un anno vissuto all'"attacco" della disciplina, dove ciò che rimane è il fiorire delle capacità personali, le conquiste di ciò che di bello e di vero si è palesato nell'orizzonte vasto della materia spiegata da me e studiata da loro.

Dare un giudizio su ognuno degli studenti fa parte dell'insegnare. È una attività da brividi, si può cadere nel meccanismo che non valorizza ciò che gli studenti sono. Ma dare un giudizio è importante, fissa ciò che si è fatto e, soprattutto, mette in luce il meglio di ogni studente. Questo è dare un giudizio su quello che ogni ragazzo ha imparato: valorizzarne la tensione alla conoscenza, così che si solidifichi e continui verso nuove e più ampie prospettive.

Sento così, in queste ore di riflessione sul lavoro fatto, una grande responsabilità. Ho davanti, per ogni studente, i voti che ha preso nel corso dell'anno. Ma dare un giudizio non è la somma di quei voti. È saper cogliere quello che è accaduto in ognuno di loro, l'apertura della ragione verso la conoscenza. È un lavoro delicato, dare un giudizio: impegna tutto di me a tener conto dei fattori che hanno contraddistinto il percorso di conoscenza di ogni ragazzo. Dare un giudizio è un'occasione per imparare a stare di fronte alla realtà. E oggi, mentre metto i voti definitivi dell'anno, sto imparando a scoprire ognuno dei miei alunni. Mi sono davanti per la ricchezza che mi hanno comunicato. Così, dare un giudizio è anche riconoscere che ognuno di loro mi ha colpito per qualcosa di affascinante che ha portato nella mia vita.

Mi ricordo del voto che don Giussani mi diede alla fine del primo anno del corso di Introduzione alla teologia dogmatica all'Università Cattolica. Io avevo fatto l'esame al di sotto delle mie possibilità: ero emozionato e non avevo reso quanto avrei potuto. Don Giussani mi diede ugualmente il massimo, non per l'esame in sé, ma tenendo conto di quello che avevo fatto durante il corso. Fu una grande lezione, la prima grande lezione che mi ha segnato per tutta la vita: si dà un voto tenendo conto di tutti i fattori! E questo è quello che io sto tentando oggi.

Gianni, Abbiategrasso (Milano)