Alcuni maturandi di Como a Val d'Intelvi.

Maturandi, ovvero prendere sul serio se stessi

Alcuni ragazzi di Como organizzano qualche giorno di convivenza per studiare insieme. L'atteggiamento con cui uno affronta la pagina di un libro, il lavoro della tesina, la preparazione degli scritti. E lo stupore di un prof di fronte a quel desiderio

La stretta della scuola si è allentata, per pochi giorni, ma si è allentata, e mentre da una parte ci si crea lo spazio per dare i giudizi finali sull'anno che è trascorso, dall'altra ci sono i maturandi che si prendono il tempo per uno studio che li porti all'esame nel modo più incisivo possibile. Tutti impegnati, ognuno a suo modo, e tutti determinati a scattare in dirittura d'arrivo per vincere il premio meritato.

Tutti impegnati, ognuno con il suo passo, ma può succedere, come è successo, che vi siano maturandi che questo passo lo vogliano condividere, per cui organizzano la settimana prima dell'esame una convivenza in cui farlo insieme. Io sono stato invitato a partecipare ad una di queste settimane di studio, da un gruppo di ragazzi di Como.

Sono andato in Val d'Intelvi, sono andato per aiutare a studiare quel poco che so delle materie che insegno. È stata un'esperienza di grande intensità che mi ha fatto cogliere dall'inizio ciò che vi è in gioco per ognuno di loro: la decisione di stare di fronte al passo cui la vita chiama. Questo mi ha colpito, lo scatto umano che ho trovato, che studiare abbia per loro un senso, che studiare c'entri con il loro destino. Ci si aspetterebbe a pochi giorni dall'esame che siano le prove a determinare il ritmo dello studio, che ognuno sia piegato dal peso di quello che succederà, come del resto spinge a fare l'opinione pubblica!

Io invece ho trovato qualcosa di totalmente diverso, ho trovato ragazze e ragazzi che hanno deciso di prendere sul serio se stessi. È questo che li fa affrontare lo studio con una libertà e con una pace che mi hanno stupito, inattese quanto commoventi. Ho visto lì, sul volto di questi studenti e di queste studentesse, nei loro occhi spalancati, cosa significhi l'educazione, lo scatto umano con cui uno affronta la pagina di un libro, l'elaborazione della tesina, la preparazione degli scritti, la certezza che si conosce qualcosa quando arricchisce la propria umanità.

Ho visto succedere quello che ogni insegnante desidera vedere: uno studente o una studentessa che mette a tema il senso della sua vita, che studia perché ha senso per sé! E di questo sono grato, perché vedendolo accadere in ognuno di loro è riaccaduto in me. Sono andato per aiutare dei maturandi ad affrontare l'esame e ho scoperto che non avevano loro bisogno di me, ma io di loro, quanto mai per tornare a guardare lo studio così come l'ho imparato sui banchi dell'Università Cattolica, quando seguendo il corso di don Giussani ho cominciato a capire una cosa che ho da capire ancora oggi: che la conoscenza è un avvenimento, accade per la scoperta che si fa della propria umanità, e che dipende dall'affezione a sé.

Questo io ho trovato in Val d'Intelvi, dei ragazzi e delle ragazze che hanno a cuore il loro destino umano, e questo è l'unico modo per far esperienza in questi affascinanti giorni della maturità.
Gianni, Abbiategrasso