Maturità, non sarà un assalto alla baionetta

Poche ore dall'inizio dell'esame. Il tema d'italiano e le altre prove. Dal toto scommesse sugli argomenti ai crampi allo stomaco e la paura di non sapere. Ma è possibile vivere questi giorni come un'occasione di crescita?

Ventiquattr'ore e poi si comincia! Per cominciare alla grande ci vuole una e una sola convinzione, quella che basta la propria umanità a fare l'esame da protagonisti. La sproporzione che si sente è infinita, sembra che ciò che non si sa sia troppo, proprio troppo. Che gli argomenti da affrontare siano una scalata impossibile. E un vuoto totale pare prendere il sopravvento. Ma non è proprio il caso di lasciarsi sorprendere. Di tutto questo incubo che si abbatte è più forte ciò che uno è.

Si comincia da sé, qui sta il punto di svolta dell'esame: che uno punti su di sé, non per orgoglio o vanagloria, ma semplicemente perché la propria umanità è una grande ricchezza. C'è da ritrovarla, da raccoglierla tutta dentro l'istante, sentirla vibrare per lanciarla all'attacco sfidando l'ostacolo, trapassandolo per farla emergere in tutta la sua potenza creativa. Ciò che può vincere la prova dell'esame è solo e unicamente la propria umanità!

C'è da affrontare un testo mai visto di Pasolini, il suo giudizio sul '68? Che cosa più del desiderio di vivere pienamente può permettere di dire una parola vera su uno dei momenti più interessanti della cultura contemporanea? Che cosa più dell'io può vincere l'omologazione incombente? C'è da affrontare il mondo delle trincee della Prima Guerra mondiale? La paura di tanti giovani all'ultimo assalto alla baionetta? Come se il proprio io non potesse capire quell'inutile e assurda strage? C'è da dire una parola ragionevole su quella che appare come un’impossibile unità fra gli uomini? Un'Unione, quella europea, che iniziata idealmente sembra perdersi dentro le strettoie di una delle più gravi crisi della storia. E che cosa, se non la propria umanità, può cogliere quell'ideale iniziale che urge riprendere oggi? C'è la sfida della bioetica, le nuove frontiere della vita, sempre più avanzate, sempre più moderne? E che cosa se non ciò che si porta nel cuore può giudicare quello che l'uomo può creare?

Nessuna paura, nessun timore: quel senso improvviso di vuoto è solo di un istante. Si è arrivati fino a qui perché ce la si può giocare pienamente, la partita. Non c'è ostacolo che non sia alla portata, la propria umanità può farcela, serve semplicemente averne coscienza. Al lavoro per trovare la strada che porta a vedere come vince sul problema il punto da cui lo si affronta. Che cosa è più forte, il vuoto del pensiero o che l'io ci sia? Bisogna decidere se seguire il vuoto o lo spiraglio che viene dall'io, quel barlume di umano che si materializza dentro il problema. Basta provarci puntando su di sé e fare l'esame diventerà l'avventura dell'umano, all'attacco delle nuove periferie esistenziali, come le chiama papa Francesco.

Diciamolo in modo chiaro, una volta per tutte: quello di quest'anno scolastico è l'esame che ci porta nelle più lontane periferie esistenziali, quelle in cui vibra l'umano che ognuno di noi porta.

Gianni, Abbiategrasso