Non sarà solo un momento di passaggio

Una foto con la commissione d'esame e i ringraziamenti per le tesine. Kerouac, Pascal e molti altri interessi dove ogni studente ha potuto giocarsi fino in fondo. Questo ed altre cose che non ci aspetteremmo alla fine della maturità

Mi ha commosso che a conclusione del colloquio dell'ultimo candidato, alcune studentesse della classe, prima timidamente poi in modo determinato, abbiano chiesto alla commissione d’esame di fare una foto tutti insieme. La cosa, di per sé strana, mi ha colpito. Quello che di solito accade è che ognuno si chiude con le sue riserve, le sue critiche o anche con le sue soddisfazioni.

Mi ha incuriosito, ho voluto capire il perché di questa strana proposta, di chiudere gli esami con una fotografia tutti insieme. E la ragione me l'ha data in modo semplice uno studente: che tutto il lavoro fatto per le tesine è stato valorizzato, tanto che, proprio grazie all'esame, si è capito quanto sia stata significativa la possibilità di andare a toccare argomenti di tutti i tipi, sempre in modo originale. Qui sta il fattore in più dell'esame di quest'anno, il lavoro per le tesine, dove ognuno si è impegnato a raccontare qualcosa di sé, qualcosa che gli interessa veramente, su cui lanciarsi e formulare un giudizio critico.

Così, di fronte a questa osservazione, in un attimo ho rivisto passare davanti uno dopo l'altro tutti gli studenti, con la ricchezza dei lavori che hanno proposto. Il Cohousing, la scommessa, il genocidio armeno, la partita del cuore con donne del carcere di Bollate. E ancora, che cosa avrebbe fatto Siddartha se avesse dovuto aspettare Godot, la guida galattica per autostoppisti, il cameriere di Sartre, la felicità per Jack Kerouac, e così via, in un tentativo appassionato di portare agli esami gli interessi reali della vita. In questi attimi, proprio mentre dovevo lasciarli e li guardavo andare via, ho voluto bene, come mai, uno ad uno, a tutti i miei studenti e le mie studentesse. Ho voluto loro bene perché anche agli esami mi hanno insegnato che solo uno che è impegnato con la vita sa giudicarla, sa scoprirne la bellezza, sa andare alla radice del suo valore.

Questo è ciò che è accaduto in questo esame. Che siano stati bravi o non bravi nelle varie materie ha avuto la sua importanza, ma ancor di più che quello che hanno presentato c'entrava con l'impegno che hanno con la vita. Ciò aumenta la tristezza per il fatto che se ne vanno, perché mi hanno sempre sfidato a mettere me stesso in quello che insegno, a impararlo di nuovo. Come uno studente che facendo una tesina sulla scommessa di Pascal mi ha obbligato a rivedere come io la spiego, e a scoprire quanto sia propria dell’oggi la tensione a trovare qualcosa su cui scommettere tutto.

Ho potuto scoprire che anche l’esame, da come l'hanno vissuto, è stato un momento decisivo, non perché ha determinato un passaggio, ma perché ognuno di loro vi ha puntato tutto, proprio tutto.

Gianni, Abbiategrasso