Università della Calabria, Cosenza.

«Ma tu, quando torni?»

Cosenza, le elezioni universitarie sono alle porte. Anche quest'anno, Claudia decide di candidarsi. Ma prima della politica, ci sono gli incontri con Domenico e Emma, Giorgio e gli altri ragazzi cinesi a cui insegna l'italiano

A novembre a Cosenza si terranno le elezioni universitarie. Alcuni mesi fa un amico mi chiedeva che cosa avessi da dire rispetto alle elezioni: l’urto di questa domanda mi ha aiutato a riconoscere che sono una grande occasione per crescere nel rapporto con quel Tu, a cui Carrón tanto ci rimanda e che quasi cinque anni fa è entrato nella mia vita, cambiandola.

Confrontandomi con alcuni amici, in particolare quelli più grandi che già due anni fa mi avevano proposto di candidarmi, mi sono resa conto che l’unica cosa che possiamo brandire alle elezioni è la nostra faccia, il nostro desiderio di bellezza e di giustizia che finalmente ha incontrato una risposta concreta. Per questo ho deciso di candidarmi con la lista di sinistra, nonostante fossi l’unica del movimento. Così ho conosciuto Domenico, candidato al Senato accademico. Un giorno, scoprendo che sono di CL, ci ha tenuto a vedermi per sottolineare che l’orientamento della loro associazione è molto diverso. «La Chiesa non deve intromettersi nella politica», mi ha detto, identificando il movimento con gli scandali degli ultimi anni.

L’unico modo in cui sono riuscita a rispondergli è stato raccontargli cosa sia per me, e di come quell'incontro che ho fatto a quindici anni mi ha cambiato la vita. «CL non è quello che mi aspettavo, allora», è stata la sua reazione e, da lì, la conversazione ha preso tutta un’altra piega: ha iniziato a raccontarmi del suo paese, della parrocchia e della messa domenicale vissuta solo come un’abitudine, tanto che a un certo punto, vivendo quel gesto totalmente staccato da tutto il resto, ha smesso di andarci.

Mi sono resa conto che questa cosa non lo lasciava tranquillo, che le domande che lo agitavano in fondo erano le mie. Le elezioni, per me, sono diventate una modalità per rispondere a quelle domande. Prima fra tutte: è possibile un modo nuovo di porsi? Cosenza è un’università molto politicizzata e alcune liste farebbero di tutto per un voto in più. Ma quando incontro qualcuno, non riesco a guardarlo solo per un calcolo politico. Quello che mi muove è il desiderio che anche gli altri possano avere a cuore l'università e che la vivano con la stessa familiarità che alcuni amici, incontrati fin dai primi anni, mi hanno trasmesso. Le elezioni mi stanno aiutando molto: ogni giorno mi costringono a chiedermi perché valga la pena essere cristiani oggi. Sempre più si fa urgente la domanda: «Quando torni?». Io ho bisogno che torni Lui: è un cammino affascinante, in cui mi scopro grata e stupita.

Un paio di giorni fa sono andata a parlare con i rappresentanti della lista avversaria, che avevano appena reclutato Giorgio, un ragazzo cinese nostro amico, candidandolo alla commissione paritetica. Quando mi ha incontrata dopo che glielo avevano proposto, Giorgio era molto confuso: gliel'avevano venduta come un gioco, nel tentativo di riempire una candidatura vacante con uno studente straniero. Così sono andata a chiedere spiegazioni dell'accaduto, senza voler alimentare polemiche. Quando hanno visto che non avevo intenzione di litigare, per un istante sono rimasti tutti in completo silenzio. Tempo un secondo, però, e hanno ricominciato a giustificarsi; ma in quell'istante di silenzio ho visto tutta la convenienza umana del dire sì a Cristo oggi. È una corrispondenza tale che uno non può fare a meno di tacere.

In queste settimane ho anche conosciuto Emma, una ragazza candidata con me a Biologia. Un pomeriggio eravamo ad un incontro e lei ha notato che io ero agitata: stavo facendo tardi a caritativa. A un certo punto mi chiede: «Ma dove devi andare?». «Vado con degli amici a insegnare italiano ad alcuni studenti cinesi». Tra questi ragazzi c’è anche Giorgio, che è un suo collega e che io avevo conosciuto proprio a caritativa. Emma mi chiede se può accompagnarmi e nel tragitto verso la parrocchia dove teniamo le lezioni, mi riempie di domande: non pensava che dei ragazzi potessero fare una cosa del genere. Quando siamo arrivate erano tutti fuori che ci aspettavano: i miei amici del Clu e i ragazzi cinesi. Abbiamo letto insieme Il senso della caritativa, soffermandoci sul punto in cui don Giussani dice che «la nostra natura ci dà l’esigenza di interessarci agli altri». È stato sorprendente vedere come questo fosse vero per Emma, che mi ha chiesto di poter tornare con me a caritativa, per noi e per i ragazzi cinesi, pieni del desiderio di incontrare gli amici di Giorgio e Matteo - gli amici cinesi che abbiamo aiutato anche lo scorso anno - di cui tanto avevano sentito parlare.

Claudia, Cosenza