Paraguay: «In vacanza con la nostra storia»
Alla proposta di alcuni adulti di trascorrere un week end insieme, rispondono quaranta ragazzi. I preparativi, i giochi, la scelta dei canti, la messa... gesti semplici, eppure gustati in ogni particolare. «Ecco cosa ci insegnano gli ultimi arrivati»Ha ragione Carrón quando dice che sono proprio gli ultimi arrivati a farci comprendere la proposta del carisma. Durante il primo fine settimana di dicembre, che, nell'emisfero sud, coincide con l'inizio della stagione estiva, abbiamo proposto ai ragazzi le “Vacanze degli studenti”. Con nostra grande sorpresa, ben quaranta adolescenti hanno accolto il nostro invito.
Il luogo, il Centro Maristas, dista centotrenta chilometri da Asunción. Inoltre, siamo proprio nel mezzo della stagione delle piogge, che stanno portando distruzioni in tutto il Paese. Ciò nonostante abbiamo accolto la sfida, perché chi ama, osa.
Tra gli studenti di Asunción, un buon numero veniva dal Collegio di Santa Caterina, molti altri dal Collegio Pai Lino. Da Ciudad del Este, poi, sono arrivati cinque ragazzi dal Collegio Santa Teresita e un esponente della leggendaria Villarrica.
La nostra proposta era molto semplice: i giochi, i canti, la messa. Una grande compagnia di amici che, insieme, si gustavano delle circostanze che potevano apparire banali. Ogni istante era l’annuncio di una Presenza che valorizza l’umano, tutto era carico di significato e perciò corrispondente al cuore.
Il gusto di stare insieme era evidente: tutte le attività proposte ai ragazzi venivano accolte senza esitazione, e tutti partecipavano con autentico interesse e grande passione. Noi adulti siamo rimasti stupiti vedendo i giovani che aiutavano a organizzare i momenti di incontro, e in particolare la liturgia. Avevamo davanti agli occhi ragazzi che guidavano i canti con la serietà degli adulti, e anche la scelta dei testi era un invito a unirci a loro e cercare il significato profondo che racchiudevano.
I giochi, divisi in due gruppi, richiamavano la storia del Paraguay e dell’America del Sud. Uno era ispirato alla figura di Alejo García, grande navigatore fluviale che esplorò il Paraguay via terra. L'altro grande personaggio era l’esploratore Sebastiano Caboto, che vi giunse via mare. La proposta di questi due grandi uomini ha stimolato ciascun gruppo a focalizzarsi sulla nostra storia, le nostre origini, la nostra cultura.
Il lavoro era iniziato già prima delle vacanze, che erano state organizzate in anticipo, per poter rispondere a tutto ciò che i ragazzi ci proponevano: conoscere la storia, fabbricare lo scudo, invantare il grido e il canto della squadra. Ogni momento, fin nel minimo dettaglio, è stato vissuto in prima persona e con grande attenzione da tutti i partecipanti.
Al termine di questi tre giorni c'è stata una breve assemblea, che ci ha stupiti e sfidati a scoprire la semplicità e l’apertura con cui avevamo vissuto. Come ci diceva Sebastián: «Tra di voi io mi sento a casa». O ancora, Joaquín: «Per la prima volta mi sono sentito libero». Sofía, invece, ricordava le parole di padre Aldo: «Cristo ti chiede tutto e tu devi dare tutto» e, partendo da questo, diceva: «Mi sento in pace e felice perché gli ho dato tutto, e questo mi conferma che sono sulla strada giusta».
E così ciascuno ha potuto prendere più coscienza di ciò da cui era stato toccato. Cosa o chi è che fa dire a dei ragazzi di quindici anni: «Mi sento a casa, sono libero, sto in pace»? Crediamo che l’unica risposta sia che Colui che è venuto per primo ha vinto di nuovo la partita.
Alicia, Jorge, Giovanna