I giessini brianzoli in gita

Le vacanze audaci di Nibbio e Griso

Dal giocone alle testimonianze, alle serate musicali. Fino ai Promessi Sposi "rivisitati". I ragazzi di GS di Monza e Brianza hanno provato a vedere che "Tutto è per te". Con loro, trenta amici arrivati dal Cile e dal Paraguay

Le comunità di GS di Monza e Brianza insieme a una trentina di amici cileni e paraguaiani (circa 250 tra ragazzi e adulti) hanno trascorso a Madonna di Campiglio cinque giorni tra giochi, canti, gite e testimonianze. Titolo della convivenza: “Tutto è per te”.

Ad aprire la vacanza, Francisca del Cile ci ha raccontato l’incontro con GS e poi la decisone di allontanarsi, per la paura che la promessa vista non potesse realizzarsi. Ma il cuore continuava a desiderare e allora non ha potuto fare a meno di tornare e prendere seriamente il modo con cui Dio le era venuto incontro. Poi la lettera di una di noi: la sorpresa di essere cresciuta grazie alla compagnia di amici che l’hanno aiutata a capire di cosa ha veramente bisogno per vivere.

Un punto del Triduo è diventato il richiamo a prendere tra le mani il proprio desiderio e a verificare se è più bello vivere così. La riprova è avvenuta subito attraverso il giocone. Le due squadre - quella del Griso e quella del Nibbio - hanno affrontato diverse prove: balli di gruppo, percorsi da marines e agguerrite lotte su telo saponato. A chiudere il gioco una battaglia navale umana. Del resto, come ci ha detto Carrón, vivere all’altezza del proprio desiderio è solo per gli audaci! Ciò che più ha colpito è stata la partecipazione di tutti, seguendo le indicazioni - ad un primo impatto folli - degli organizzatori. Ma per come ciascuno si è lasciato coinvolgere è stato evidente che Qualcuno ci teneva uniti.

La sera: musica. Il gruppo canti ha presentato un percorso di brani contemporanei per mostrare come gli artisti abbiano la nostra stessa umanità e qualsiasi sentimento, anche il più fastidioso, può essere un aiuto ad avere una maggior coscienza di sé.



«Ma è proprio vero che tutto è per me? Anche quello che studiamo?». Raccogliendo questa sfida alcuni ragazzi, con l’aiuto dei professori, hanno riletto i Promessi Sposi alla luce del titolo della vacanza. Un percorso di immagini, musiche e letture del testo ci ha accompagnato a scoprire che i protagonisti della vicenda manzoniana sono simili a noi. Don Abbondio, per esempio, è un uomo che non si lascia provocare, che ha paura di guardare la realtà e non si accorge della bellezza che gli sta attorno. Spesso siamo come lui, ma possiamo non aver paura di soccombere, perché, come dice Renzo durante la narrazione della storia c’è un punto di riferimento, una presenza che sta: il Resegone. Questa è stata anche un’occasione per riscoprire il nostro punto fermo, che c’è sempre, ma che a volte non vediamo.

La prima gita, sul lago Nambino, si è conclusa con una spettacolare grigliata e una cantata dove cileni e paraguaiani ci hanno insegnato Guantanamera e Maria Isabel. Durante la seconda escursione al rifugio Tuckett sul Brenta, una nebbia indesiderata, grazie alla compagnia e al silenzio richiestoci, è diventata la possibilità di «scoprire un di più», come ha detto Giovanni all’assemblea finale.

Fondamentali sono state le testimonianze di tre nostri amici: Giorgio, avvocato, Alessandra, commerciante, e Margherita, giovane insegnante. Ci hanno raccontato cosa vuol dire concretamente che «tutto è per te». Cioè che, non solo le circostanze della vita, ma anche quello che proviamo, come la malinconia e la tristezza, possono essere «per me», perché è lì che noi possiamo incontrare il Mistero. Sentendoci amati e preferiti come Zaccheo non possiamo che desiderare di seguirLo e quindi ci uniamo al grido di Alessandra: «Tutto mi fa dire che voglio stare con Gesù!».

Davide, Annachiara, Francesca e Laura, Seregno (Monza e Brianza)