I bambini con le famiglie durante la vacanza della comunità irlandese di CL

#VACANZECL - Il gigante e la fessura

La settimana di convivenza dentro la comunità irlandese. Un'unica indicazione: lasciarsi sorprendere da quello che accade. E così i papà e le mamme si mettono all'opera per vivere quei giorni al meglio con i propri figli...

La vacanza estiva della comunità irlandese quest’anno è stata proposta in maniera particolare, niente testimonianze “strutturate” né attività “predefinite”, ma la sfida di essere testimoni gli uni agli altri di un’esperienza di vita diversa. Tema di riflessione l’articolo-intervista di Julían Carrón, «I problemi non li creano gli altri, gli altri ci rendono coscienti dei problemi che abbiamo». La vacanza della comunità non è un gesto meccanico e formale ma implica la nostra libera adesione, il nostro coinvolgimento personale.

Così alcune famiglie si sono trovate a chiedersi perché scegliere di vivere dei giorni insieme e non in un villaggio turistico con attività organizzate per bambini. Insomma: come poter vivere la vacanza al meglio “con” i bambini e non “nonostante” loro. Su iniziativa di un papà ci si ritrova davanti a una birra a parlarne: la vacanza è un po’ il paradigma della vita e per viverla bene occorre andare a fondo della realtà che uno vive tutti i giorni: per quanto faticosa nasconde sempre delle sorprese perché piena del Mistero. Lasciarsi sorprendere da quello che accade vivendo la quotidianità, il miglior modo per preparare i giorni insieme.



Dopo la chiacchierata i genitori tornano a casa un po’ perplessi: non hanno capito bene cosa ci sarà alla vacanza per i propri figli, ma cominciano a nascere delle idee. I papà decidono di preparare dei giochi adatti a grandi e bambini, le mamme organizzano un momento di preghiera per l’inizio delle giornate. Si formano due gruppi divisi per fasce d’età, uno per i bimbi più piccoli, uno per i più grandi. Si decide anche di leggere ogni giorno un passo di una storia. Al gruppo dei più grandi una mamma racconta la storia animata del “Buon Pastore” facendo emergere domande e riflessioni.

Per i piccoli la scelta cade su Il Gigante egoista di Oscar Wilde grazie a un libretto creato da una mamma. La storia narra di un gigante che possedeva un giardino stupendo, ma essendo egoista non permette a nessuno di entrarvi, anzi decide di erigere un muro per scacciare ogni visitatore, in particolare i bimbi che amavano giocare nel suo giardino. Ma così facendo il giardino inizia a sfiorire, la primavera e l’estate abbandonano la bella vegetazione e l’inverno rimane l’unica stagione nel giardino. Come accade al terreno della nostra vita quando decidiamo che gli altri sono un problema e ci chiudiamo nelle nostre idee preconcette. Ma da una fessura riescono ad entrare dei bambini e la primavera torna a splendere nel giardino del Gigante che si accorge che accogliere i bambini, che prima lo disturbavano, è proprio quello che gli serve per essere felice, per vedere il giardino di nuovo fiorito; infine sorpresa delle sorprese, il Gigante scopre che il bimbo a cui più si è affezionato è il Bimbo Gesù che lo ringrazia di averlo fatto entrare nella sua casa e lo invita a seguirlo in un giardino ben più grande: il Paradiso.

Questa del Gigante è l’esperienza che hanno fatto anche i genitori che attraverso i loro bambini si sono accorti dell’amicizia generata dalla comune appartenenza ad un Altro pur provenendo da storie diversissime. Ognuno ha la sua circostanza impegnativa, chi i figli, chi il lavoro o lo studio: si può decidere di erigere un muro di fronte alle cose che non tornano o lasciare che ci sia una fessura nel cuore dalla quale qualcosa di imprevisto possa entrare e dare frutti inaspettati.

Come inaspettato è stato lo spettacolo finale messo in scena da tutti i ragazzi, con tanto di video e balletto. Non potevano mancare i frizzi finali, che però stavolta sono stati fatti dai bambini che prendevano in giro gli adulti. Ogni momento della vacanza, dalla colazione alle passeggiate, alle serate è stato occasione preziosa per accorgersi che è possibile vivere in modo diverso anche le solite e semplici cose, come ha detto una ragazza venuta per la prima volta: «Non ho mai visto gente così diversa stare insieme così!».

Agata (Dublino, Irlanda)