Val Pusteria, le Tre Cime di Lavaredo.

A Mantova, per vivere, basta pattinare all'indietro

Una vacanza in Val Pusteria per alcuni ragazzi delle medie, un weekend con nuovi amici altoatesini. E altri ancora che si aggiungono a pattinare sul ghiaccio. Ecco come è nato un piccolo gruppo di Cavalieri nel Mantovano

Da quest’estate esiste il Graal (l’esperienza cristiana per i ragazzi delle medie, ndr) in provincia di Mantova.

Sono una prof e tutto è partito dalla necessità impellente di vivere qualcosa di bello per me dopo la chiusura di un anno scolastico molto impegnativo, al termine degli esami di terza media. Da poco avevo sentito parlare dell’esistenza del Graal e, saputo tramite una email di amici dell’imminente vacanza estiva in Val Pusteria, mi sono ritrovata a Bolzano tra gli adulti organizzatori, in mezzo a persone che avevo appena conosciuto. Tornata a casa, non potevo tenere tutta questa bellezza per me sola e ho subito proposto la vacanza anche ad alcuni alunni, dei quali ero diventata amica.

Da lì è stato tutto un susseguirsi di miracoli: i ragazzi mantovani sono tornati felici. Inoltre, è nata anche una forte amicizia con il gruppo di Bolzano, estesasi poi anche agli adulti. Così, a settembre, mantovani e bolzanini si sono ritrovati per un weekend a casa mia, su materassini e sacchi a pelo, tra messa, canti, giochi e pizza assieme. I ragazzi sono stati una testimonianza anche per il paese, con la loro sola presenza seria e ordinata durante la messa. Le vecchiette, infatti, ci chiedevano: «Ma chi sono questi ragazzi così educati?». Per un equivoco mio marito credeva che si trattasse solo di un pomeriggio, ma poi si è ritrovato in casa per un weekend intero ben quindici ragazzini! All’inizio era scettico e molto preoccupato per l’aspetto organizzativo, ma alla fine ha dovuto ricredersi su tutta questa faccenda del Graal, al punto che ora non solo non vuole mancare ad un incontro, ma anzi, li organizza con me, canta e gioca con noi e il nostro matrimonio si è rafforzato proprio grazie ai ragazzi.



Chi era venuto in vacanza in Val Pusteria ha chiamato i fratelli e, così, il gruppo mantovano si è ingrandito. Sono stati i ragazzi stessi a volersi trovare ancora. Così siamo andati anche alla Giornata d’inizio anno a Verona ed è stato stupendo perché il nostro gruppo era composto per la maggior parte da musulmani. I ragazzi erano così raggianti che le famiglie musulmane, vedendo la felicità dei figli hanno permesso loro di continuare il cammino con questa nostra compagnia.

Sempre per desiderio dei ragazzi abbiamo continuato a vederci e così siamo arrivati a dicembre. Un giorno siamo andati a pattinare su un fazzoletto di terra coperta dal ghiaccio. Lì ho conosciuto Carlo (tutti i nomi sono di fantasia, ndr), amico di Francesco, uno dei ragazzi del Graal. Aveva lo sguardo spento, pattinava senza gusto e così, dopo un po’ che l’osservavo, vedendo che comunque era bravino, gli ho detto: «Basta pattinare in avanti! È ora di imparare all’indietro!».

Senza dire una parola, si è fidato, ha subito provato a pattinare all’indietro e da quel momento si è “acceso” come una lampadina. L’abbiamo tirato in mezzo al gruppo e si è divertito un sacco. «Non vado più a scuola da tempo. Ho combinato dei pasticci». «Non m’importa del passato. Ho visto qualcosa di buono in te ed è questo che conta». Alla fine abbiamo fatto la foto tutti assieme. Hanan ha subito capito le mie intenzioni e ha detto: «Per la prof ormai fai parte del gruppo». Così l’ho invitato al Graal. Da allora è sempre venuto agli incontri e ha ripreso a frequentare la scuola.

Un’altra volta, a pattinare c'erano Abdul, Francesco e Carlo ed è stato veramente divertente perché gli ultimi due erano bravi. Ad un certo punto ho visto che Abdul, un po' incerto sui pattini, si stava annoiando di girare intorno al bordo della pista e ho cercato di avvicinarlo, ma il mio tentativo era ben poca cosa perché mancava l'attenzione dei due ragazzi. Dopo un po’ Francesco è uscito un attimo dalla pista e Abdul gli ha tirato scherzosamente una pallina di neve. Allora sono andata da Francesco e gli ho detto: «Secondo te perché ti ha tirato la neve?». «Non lo so». «È venuto qui per te, ti sta chiedendo un'amicizia e tu non lo consideri minimamente. Così ti ha tirato la neve. Ti stai comportando da egoista». «Ma con Carlo mi sto divertendo! Abdul non sa pattinare!». «Sì, lo vedo che ti diverti, ma, su due ore, cinque minuti glieli puoi anche dedicare».

Dopo un po' Francesco e Abdul si scontrano e il secondo finisce per terra. Vedo che gli fa un po’ male il braccio e lo faccio uscire a rinfrescarsi. Faccio cenno a Francesco che ci vada lui. La sera, al telefono, l'ho ringraziato: «Grazie per aver dedicato quei cinque minuti ad Abdul. Per te non sono niente, ma lui adesso sarà felice per una settimana. È come quando quest'estate ti avevo chiesto di portargli giù lo zaino dalla montagna. È la stessa cosa».

In mezzo a salti, frenate e gare di velocità, ad un certo punto ho detto a Francesco: «Non siamo qui a divertirci e basta, siamo qui perché siamo amici». In pratica abbiamo fatto il Graal sui pattini, senza tante prediche, ma da fuori si vedeva che ci divertivamo un sacco.

Abdul un giorno pensava di risolvere con la violenza alcune incomprensioni con i compagni, così l'ho ripreso: «Te lo dico senza tanti giri di parole: se non metti in pratica con i tuoi compagni di sempre quello che hai visto quest’estate in vacanza, non serve a nulla. Rimane una vacanza come tante, slegata dalla vita di tutti i giorni». Non se l’aspettava, ma ha capito.

Sonia, Mantova