Maturità /1. Studiare a piedi nudi

Iniziano gli esami di Stato. I ragazzi di GS hanno organizzato vacanze studio dove hanno invitato i compagni di classe. Un'occasione per tutti. «Perché qui con voi mi sento a casa»

Caro don Carròn, sono uno studente di Lettere alla Statale di Milano. Nei giorni scorsi, con altri universitari, sono stato a Castione della Presolana, in vacanza studio con i maturandi di alcune scuole di Milano e di Corsico. Durante la convivenza due aspetti mi hanno sorpreso ed entusiasmato come non mi accadeva da tempo. Innanzitutto, la passione e la libertà che dominavano i rapporti tra noi universitari, tra gli studenti, tra i professori responsabili. Dima - durante un’assemblea - descriveva il carattere dell’incontro con Cristo come l’irruzione nella vita di un’impossibile passione per l’altro, per ogni uomo.

«Il cristianesimo», diceva «è la gioia di stare con te». Questi giorni sono stati un’immersione in questa esperienza: il modo con cui Dado, uno dei professori presenti, stava con i ragazzi, tanti tra l’altro assolutamente estranei al movimento, esprimeva per loro un interesse libero da qualsiasi schema, una gratuità che è diventata il significato di tutti i momenti insieme. Dallo studio, alle partite di calcio, alle serate insieme, fino ai turni in cucina per lavare i piatti, tutto era determinato da questa gioia. Questo dava alle cose un gusto e un’intensità inconfondibile: in pochi giorni, ha fatto sentire tutti noi, così diversi e fino a un attimo prima sconosciuti, parte di una sola cosa. A un ragazzo che andava in giro scalzo una sera abbiamo chiesto: «Perché non hai le scarpe?», e lui ha risposto: «Perché qui con voi mi sento a casa». E fino alla partenza, conosceva solo Dado. Due giorni dopo aveva potuto rispondere così: scherzava, ma c’era una strana serietà nelle sue parole.

Il secondo aspetto che mi ha entusiasmato è stato che questa «gioia di stare con te”, in ciascuno apriva o riapriva una domanda. Non era importante la situazione personale: che uno fosse giessino, che fosse legato al Clu, che fosse della Cattolica o della Statale, che fosse memor Domini da più di trent’anni, ognuno di noi si è trovato davanti a qualcosa di inspiegabile e al tempo stesso di affascinante. Mi viene in mente Christian, un ragazzo che è venuto senza conoscere nessuno, unico della sua scuola, totalmente estraneo a qualsiasi esperienza di Chiesa. Quando gli ho chiesto come mai fosse venuto, mi ha raccontato di una sua professoressa di fisica - la migliore della scuola, a suo dire - che gli aveva suggerito la vacanza maturandi. E io mi sono chiesto: ma che cosa deve avere visto questo ragazzo nella sua prof., per scommettere su quell’invito, per rischiare, da solo, in mezzo a quaranta sconosciuti?

Durante l’assemblea finale, Christian ci ha detto: «Se avessi saputo che questa era una vacanza di CL, non sarei mai venuto. Ma sono così contento di quello che è successo, che ho rimesso in discussione le mie idee per l’anno prossimo. Mi piacerebbe continuare a studiare come abbiamo fatto in questi giorni». Ecco, quello che è successo a lui, è successo a me, e per grazia continua ad accadermi. L’importante non è essere di CL o no, ma imbattersi in una pienezza travolgente e veramente inspiegabile. Qualcosa di così incredibile e così stupendo che mi ha fatto domandare, di nuovo: ma com’è possibile tutto questo? Come il primo giorno.
A nome di tutti
Riccardo, Milano