Camogli

Fine scuola. L'anniversario di Valentino

La gita con i ragazzi di GS e una serata a casa sua, il giorno dopo, con colleghi e studenti, al posto della solita pizzata di classe. Tra la commozione e la sorpresa, una preghiera alla sera: «Tu attraverso di loro mi sei più famigliare»

Qualche giorno fa, abbiamo fatto una gita con i ragazzi di GS di tutta la Liguria camminando da Camogli a Santa Margherita Ligure. La mattina quando ho visto il tempo nuvoloso mi sono veramente arrabbiata. Ho scritto anche un messaggio a Donatella per dirle che io la gita sotto la pioggia non l’avrei fatta. Arrivata a Camogli, ero ancora arrabbiata, ma all’inizio del sentiero mi si è avvicinato Valentino e ha iniziato a raccontarmi del suo incontro: «Sai, tra poco è un anno che sono in GS». Tra me ho pensato: «Per lui è come l’anniversario di un Amore». Ha continuato: «Se non avessi incontrato GS, sarei ancora in giro per discoteche a Genova dove facevo un sacco di stupidate». All’inizio era rimasto perché gli piaceva una ragazza poi ha incontrato degli amici… e gli è cambiata la vita. Il mio cuore si è sciolto. Ho iniziato a invocare il Signore. E così tutta la giornata è stato un susseguirsi di avvenimenti, quelli con A maiuscola. La sera a casa ho potuto dire che il Signore viene sempre a riprendermi. Qualcosa che mi è rimasto dentro il cuore. Anche per quello che è accaduto il giorno dopo con i miei alunni.

Per la fine della scuola, invece che mangiare la solita pizza ho invitato i miei alunni di V geometri, ai quali insegno inglese, a casa mia in campagna insieme ai colleghi. Nicolas, Lorenzo e Jacopo sono venuti ad aiutarmi per la spesa. Matteo ha portato la legna, i mattoni e l’ardesia. Simone ha cucinato la carne per tutti e Francesco ha portato il piano per suonare. Il papà di Giacomo è venuto in trattore da un paese vicino per trasportare tavoli e panche. Quando è arrivato mio marito, mi ha preso da parte e mi ha sussurrato: «Ai miei tempi non si stava con i professori a cena». Era molto sorpreso ed incuriosito. Dopo cena, si è creato un clima molto bello, stranamente, perché i miei colleghi di 50/60 anni non fanno altro che lamentarsi della scuola, dei ragazzi e non vedono l’ora di andare in pensione. Invece quella sera, erano contenti e ognuno di loro ha fatto un bellissimo augurio ai ragazzi. E allora io ho detto: «Ragazzi, per me dopo il dono del matrimonio a luglio, mi è stato fatto, due mesi dopo, un secondo dono: voi! Vi auguro di essere felici come lo sono io». Un loro compagno Simone ha esclamato: «Vi auguro che possiate realizzare i vostri desideri, ognuno di voi mi ha dato qualcosa in questi cinque anni». Poi abbiamo cantato con Francesco al pianoforte.

Alla sera, ho detto a Gesù: «Tu attraverso di loro mi sei più famigliare. Te li affido, fa' che possano ricevere la Grazia di incontrarti». E subito è subentrato il pensiero: ma non è possibile perché poi il mondo li assorbirà… E mi sono venuti in mente gli Esercizi della Fraternità: «Nulla è impossibile a Dio».

Il giorno dopo ho ricevuto messaggi di ringraziamento dai genitori dei ragazzi e dai colleghi. Non mi era mai successo.Ho sperimentato che senza mai dire il Suo nome si può testimoniare Gesù vivendo. Il punto non sono i ragazzi, ma io, se sto camminando o se sono ferma. E non c’è differenza tra stare con i miei alunni o con i ragazzi di GS perché sono tutta tesa a riconoscerLo.

Laura, Chiavari (Genova)