Maturità /4. Prof, posso farle una domanda?

Alla vacanza-studio dei maturandi di Rimini, Anna porta quattro suoi alunni. Che però se ne stanno da soli a studiare. Sembra un'occasione persa. E invece, nel viaggio di ritorno...

Qualche settimana fa sono andata, facendo un po’ avanti e indietro da Rimini, alla convivenza maturandi per aiutarli nel ripasso della letteratura. L'ultima volta, decido di portare con me anche quattro alunni non del movimento, con i quali in questi anni si è instaurato un bel rapporto. Portandoli in quel luogo, la mia speranza era che potessero incontrare una compagnia che andasse oltre a me. Invece per tutto il giorno hanno studiato scienze per conto proprio a un tavolino. Dopo cena, chiedo se vogliono unirsi ai giochi, ma preferiscono rimanere a parlarefra loro quattro.

Alla fine della serata, salgo in macchina con un po’ di amarezza e decido di mettere la musica per evitare silenzi imbarazzanti. Ma dopo qualche minuto uno di loro, Giacomo, un ragazzo vivace, un opinion leader nella classe, dichiaratamente ateo e critico verso la Chiesa, uno che mi ha sempre guardato moltissimo mostrando grande interesse alle mie lezioni, ma che non si è mai voluto coinvolgere in iniziative del movimento, mi dice: «Prof, questa è una delle ultime volte che ci vedremo perché poi ci sarà l'esame e ci saluteremo. Io ho bisogno di farle una domanda molto personale. È disposta a rispondere?». E io: «Sì». «Chi è Dio per lei?». Rimango di sasso e lì per lì senza parole, presa in contropiede tra i tornanti di Santa Maria del Piano. L’unica cosa che mi viene da rispondergli è: «Dio è un amico, un amico che si può incontrare». E lui: «Allora di domanda devo farne un’altra. Lei come l'ha incontrato? Perché si capisce che lei l'ha incontrato». Inizia un dialogo intenso fatto di racconti, scambio di opinioni, testimonianze. Lui sempre più colpito e anche gli altri ragazzi partecipano interessati. Arrivati al parcheggio, ci salutiamo e io auguro a tutti di fare un buon esame visto che io non sarei stata membro interno. Ci abbracciamo e Giacomo rilancia: «Ma ora che non sarà più la mia prof, anche dopo l'esame, possiamo continuare a vederci per parlare ancora di queste cose?» Commossa rispondo: «Certo».

Un altro fatto. Un mio alunno viene alla gita di GS di fine anno. Gli si legge in faccia che qualcosa lo ha toccato, tanto a chiedere: «Ma voi parlate normalmente di queste cose. Sono cose così grandi che io non ho il coraggio di "confessarle" neppure nelle conversazioni più intime. E voi ne parlate addirittura in un'assemblea con 500 persone». Per questo decide di venire a una grigliata organizzata dai ragazzi di GS facendosi da solo due ore di bicicletta. E la sera pubblica per i compagni di classe gli avvisi che avevamo dato.

Non so come questa "strada" che si è aperta per questi ragazzi andrà avanti. So che il Signore mi ha fatto vedere queste cose per riagganciare me.
Anna, Rimini