La vacanza di GS a San Martino di Castrozza

Vacanze GS/2. Chi sei Tu che fai tutto questo per me?

L'incontro sui cantautori rap e indie, la messa in scena de l'Annuncio a Maria, le gite e l'assemblea... Tutto per i ragazzi di GS di Monza-Brianza e del Paraguay è la scoperta di qualcosa di nuovo. Che «continueremo a cercare ovunque»

«Quest'anno ho conosciuto meglio le mie compagne di classe, mi trovavo bene con loro, ma stranamente avevo una tristezza dentro... Bella sì la compagnia, ma non era abbastanza: mi mancava sempre qualcosa. Così sono venuta in vacanza: che cosa mi manca?». È incominciata con questa domanda di Elisa, secondo anno delle superiori, la vacanza di Gs di Monza e Brianza “Una febbre di vita”: 230 tra ragazzi e professori più 25 amici del Paraguay a San Martino di Castrozza dal 6 al 10 luglio.

La bellezza delle Pale è lì da subito a testimoniare che «prima dei nostri pensieri c’è una cosa: la realtà! Sarebbe sufficiente alzare gli occhi al cielo ogni mattina per accorgercene». Ce lo siamo richiamati subito alle Lodi facendo eco alle parole di don Pigi al Triduo pasquale. E in effetti questi giorni vissuti insieme tra giochi – bellissimi – canti, gite, dialoghi serrati in ogni occasione sono stati un continuo richiamo a guardare. «Non volevo venire perché stavo facendo l’oratorio feriale, poi la serata e la gita mi hanno aperto gli occhi», racconta Matilde, una primina, in un momento di ripresa a gruppetti di quello che abbiamo vissuto durante la giornata.

Ed è stato un continuo susseguirsi di racconti. «Ero così, poi è successo questo... (un richiamo, un fatto, un incontro, un amico) e ho scoperto una cosa nuova per me». Lo potrebbero sottoscrivere, con i più svariati esempi, tutti i partecipanti. L’incontro sui cantautori rap e indie (preparato da Riccardo e Vittoria) e la sorpresa di trovare in loro una domanda di verità che ci accomuna; o la drammatizzazione dell’Annuncio a Maria messa in scena una sera dai ragazzi. «È pazzesco, prof», dice Marta, una delle protagoniste: «In fondo il problema di Mara e Violaine è lo stesso mio e dei miei amici: o sei chiuso nei tuoi schemi, e allora la vita è amara, o sei aperto al Mistero, e allora la vita ha un compimento insperato».

Sottotraccia diventava sempre più insistente la domanda del Triduo: «Chi sei Tu che riempi il mio cuore della Tua assenza?». Chi sei Tu? È Florencia del Paraguay a gridarlo in assemblea raccontando l’esperienza della gita: non poteva fare quella di tutti per un malanno alla gamba e allora con un gruppetto di “malati” siamo andati in funivia al rifugio Rosetta e per lei si è aperto un mondo: «Il "già saputo" è quello che mi rende triste, ma al Rosetta ho toccato per la prima volta in vita mia la neve. Allora ho scoperto che c’è un piano più grande per me e mi sono chiesta: chi sei Tu che fai tutto questo per me?».

I tratti di questo Tu hanno cominciato a rendersi sempre più evidenti nelle giornate: una Presenza capace di prenderci sul serio fino in fondo, senza censurare o dimenticare nulla. Una Presenza che fa dire a Cirni (Marco Cirnigliaro, professore al liceo artistico Sacro Cuore e artista) nella sua testimonianza: «La bellezza si può trovare anche nelle cose più truci». Masha è lì che ascolta, con gli occhi incollati su Cirni che racconta di sé, della bellezza e del dolore quando è morta sua moglie e di come non sia mai stato lasciato solo. E lei si illumina: «Sono partita senza aspettarmi niente, ma avevo dentro una domanda pungente: potrò mantenere la felicità nel dolore? Ma la testimonianza di Cirni e poi come mi ha guardata: si vedeva che c’era lo sguardo di un Altro. Ho trovato la risposta alla domanda che mi portavo dentro (la stessa che la angustiava al Triduo e che aveva rifatto a Pigi alla Giornata di fine anno di Gs della Lombardia): sono preferita!». L’ultimo intervento della ricca assemblea finale è di Maria: per lei parla il video che ha fatto con i volti più belli della vacanza – sono tutti belli – incastonati in una frase di Andrea Mandelli tratta dal libro Ti regalo la mia molla: «Io mi chiedo ma quanto, quanto questa compagnia serva a noi per amare veramente Cristo? […] Io Cristo non l’ho mai visto, non ho visto la fotografia, non l’ho mai sentito parlare direttamente, eppure soltanto il fatto che io mi chieda quanto ami Cristo vuol dire che in questa compagnia c’è, […] sono realmente le persone che me L’hanno fatto incontrare».

Per questo possiamo continuare a cercarLo, ovunque andremo quest’estate!

Stefano, Monza e Brianza