Foto di gruppo a Pellestrina

«Convocati da Lui», a Pellestrina

Una giornata sulla piccola isola della laguna veneta. Per stare insieme e raccontarsi ciò che Cristo ha fatto nella vita di ciascuno. Le storie di Maria, Nane, Mattia, la reazione stupita del proprietario della remiera...

Pellestrina è una delle isole della laguna veneta. Si distende per quasi tredici chilometri e il punto più largo è di appena 210 metri. Quando la “strana compagnia” vi approda in un sabato di luglio, tra i raggi di un sole appena accennato e il nubifragio serale, l’impressione è di trovarsi in una miniatura di Venezia.
Erano quasi una cinquantina le persone che si sono date appuntamento lì: i responsabili della Fraternità di CL, provenienti da tutte le diocesi del Veneto, le rispettive famiglie e alcuni amici incontrati e invitati un po’ “per caso”.

Una passeggiata lungo la strada che costeggia la laguna, con i pescherecci ormeggiati sulla banchina, qualche rara auto a ricordare che non si vive in una dimensione fuori dal tempo. C’è una insolita voglia di dialogare, a gruppetti, che subito di allargano, si dilatano, si redistribuiscono: amici che si ritrovano, in un clima informale. Lo stesso film si prolunga quando ci si siede a tavola, nella suggestiva remiera, una struttura concepita proprio per la scuola di navigazione a remi, di cui gli abitanti di Pellestrina sono particolarmente orgogliosi. Pranzo di pesce, con vista sulla laguna, naturalmente.

Alla fine del pranzo il responsabile regionale della Fraternità, invita a raccontare quello che è accaduto durante la mattinata. Rompe il ghiaccio Maria, occhi azzurri, sguardo luminoso. Dodici anni fa è rimasta vedova. Sei figli da tirare su. «Sono di qui e vi aspettavo, ho cambiato apposta il turno di lavoro. Non sapevo chi sarebbe venuto, ma sapevo che questa compagnia è il segno della Sua Presenza, quella Presenza che non mi abbandona e perciò l’ho attesa». Le fa eco Giovanni, detto Nane, che ha incontrato l’esperienza del movimento proprio in occasione della morte di Renato, il marito di Maria, di cui era molto amico. Allora, dice, non frequentava i Sacramenti. Ma l’incontro imprevisto con una signora, mentre le porta il “pacco” del Banco di solidarietà, gesto che aveva iniziato a fare quasi per continuare l’amicizia con Renato, gli fa venire d’impeto il desiderio di andare a confessarsi. È l’inizio della «scoppiatura del cuore», come chiama la pace vissuta il giorno dei funerali dell’amico. E dice della letizia che lo accompagna ora, tutti i giorni, anche in mezzo a sfide dolorose.

Mattia di Verona racconta dei giorni appena trascorsi: «Una settimana intensa, con grande dedizione al lavoro, vissuta con gusto. Eppure, nessun istante come quello appena vissuto con l’ascolto della testimonianza di Maria, ha potuto ridestarmi e farmi percepire una misteriosa corrispondenza. Il Signore andava in Galilea. E lo seguirono. Seguirono Lui, non un qualunque scriba. Venire a Pellestrina, l’essere convocati da Lui, è la modalità con cui mi è chiesto di seguire ora il Signore». Seguono dopo di lui altri volti, altre storie, altri incontri: Silvia, Federico, Antonio, Samir, Luisa…

Prende la parola anche il responsabile della remiera. Si era seduto accanto a noi dopo il pranzo ad ascoltarci e si commuove quando racconta di sé. Poi interviene un’altra amica che non frequentava più il movimento da 30 anni. È venuta pensando di trovarci in spiaggia e non a parlare della vita. Stupisce tutti per la libertà con cui domanda e con cui racconta che, ascoltandoci, si è sentita non più sola davanti alla ferita che segna la sua vita.

Finito il dialogo si va nel santuario della Madonna dell’Apparizione. Dopo un breve squarcio di sole che invita molti a fare il bagno, un violento nubifragio si abbatte sull’isola.

Un amico, il giorno dopo scrive: «Carissimi amici, ieri abbiamo vissuto una giornata bellissima. Una “strana compagnia”, ma da subito una familiarità immediata, un abbraccio sincero, un sussulto del cuore per lo stupore e la certezza di una preferenza e una grazia che ha preso e accompagna la nostra storia e la nostra povera vita. Personalmente ho aderito a questa giornata perché me lo aveva proposto Nane. Devo seguire e guardare, mi dicevo. E questo è vero. Ma che soprassalto accorgersi, improvvisamente, che quel fatto, quello che stava accadendo era per me, per una preferenza donata a me. Non viene chiesto un mio sforzo, un mio doveroso seguire, ma solo accogliere Colui che attraverso circostanze, fatti e volti ci fa muovere, ci sposta dalle nostre posizioni, dai nostri preconcetti, dai nostri limiti. Tutto questo è di una bellezza infinita. Grazie amici».
Antonio, Padova