In cima al Cervino con Lollo

La maturità, il lavoro estivo, gli amici al mare... Sembrava un'estate piatta e solitaria. Poi la proposta di accompagnare un ragazzo con qualche difficoltà alla vacanza di Gioventù Studentesca. E quelli diventano «i più bei giorni della mia vita»

Dopo l’esame di maturità, stavo affrontando un periodo piuttosto brutto: strascichi di nostalgia della ragazza lasciata tempo addietro si facevano sentire in modo prorompente. Ho incominciato a lavorare e passavo le pause tra un turno e l'altro a guardare le stories di Instagram dei miei amici in vacanza. Tutto quello che sentivo non riuscivo a dirlo a nessuno nemmeno agli amici di Gioventù Studentesca, perché ragazzi con due o tre anni meno di me che ritenevo incapaci di aiutarmi. Desideravo qualcosa di più "grande".

Insomma non mi sentivo “importante” per nessuno, pervaso da una solitudine logorante. Così in questa estate che pareva essere segnata dall’oblio, mi viene offerta una possibilità: accompagnare un ragazzino con alcuni problemi, che conoscevo appena, alla sua prima vacanza in montagna con GS. Inizialmente l’avevo presa alla leggera: «Vado, ci sto un po’ attento, ma lo lascio con i suoi amici ogni tanto, così mi rilasso e sto un po’ in vacanza che ne ho bisogno!». Ma poco prima della partenza avevo perso la voglia di andare, mi sembrava “immaturo” aver bisogno di un’ulteriore vacanzina dopo la maturità. E invece sono stati i giorni più veri e intensi della mia vita.

Sono stato dietro a Lollo tantissimo, nelle gite soprattutto perché ha problemi di equilibrio. Proprio in queste circostanze difficoltose, è stato un esempio per tutti. Nella prima gita, arrivati in cima, un gruppetto di amici voleva andare in un punto più in alto da cui si vedeva il Cervino. Lollo mi dice: «Voglio andare anche io». E così siamo andati, con una scalata che aveva dell’incredibile. In un’altra gita, nella quale chiudevamo il primo gruppo, lui continuava a lamentarsi che non voleva stare in fondo: «Voglio stare in mezzo!». In mezzo! Tra gli amici! E si è messo a correre! Qui ho visto quello che Marcelo Cesena, compositore brasiliano, che abbiamo incontrato durante la vacanza, ha detto durante la sua testimonianza: «Ho incontrato molte persone con diverse disabilità, ma non ho mai incontrato nessuno con un cuore disabile».

Gli sono stato vicino, non più come badante, ma come amico. Il penultimo giorno usciamo dal piccolo raggio, e lui mi dice: «Io non ci torno all’incontro. È noioso, parlano e basta». Io scoppio a ridere, e gli chiedo che cosa gli fosse piaciuto della vacanza. E lui: «Le montagne e le cascate!». Con due occhioni e un sorriso stupendo, carichi del fatto di aver riconosciuto una bellezza più grande di tutto. Incalzo: «E poi?». Lui: «Petu! (il mio soprannome). Perché sei bravo», anche qui con un sorriso che mi commuove il ricordo. L'ultimo giorno, Andrea, sempre pronto a fare i frizzi, arriva in lacrime dicendomi: «Sei la persona più grande che abbia mai incontrato, grazie». Io lo abbraccio forte eppure non mi sento ciò che ha descritto. Ma poi altre persone vengono da me dicendomi grazie! Sentivo una differenza troppo grande da come ero salito in vacanza e quello che mi dicevano i ragazzi. Allora lì ho capito che c'era davvero una Presenza tra di noi, che io di mio non avevo messo niente in quell’accompagnare Lollo, io avevo partecipato al Mistero che mi era stato dato.
Lorenzo, Chiavari (Genova)