In gita al Lago Arvo, sulla Sila.

Vacanze GS. Quando è Dio a "fregarti"

Una convivenza a Lorica, sulle montagne della Sila, per la piccola comunità calabrese. Francesca ci arriva triste, disillusa. Ma poi gli amici venuti da Milano, le gite, i giochi, una serata sotto le stelle... «Tutto è stato per me, fin dall'inizio»

«Dio mi ha fregato!». È questo che ho pensato l’ultimo giorno, durante l’assemblea finale. Prima di questa vacanza di GS a Lorica, sulla Sila, ero davvero triste. Una settimana prima mio nonno aveva avuto una brutta caduta, che lo aveva scosso: sentirgli dire frasi come «voglio morire» e, subito dopo, «non lasciatemi andare» mi ha riempito di tenerezza e allo stesso tempo di paura. Il terrore era dovuto al senso di impotenza: non potevo fare niente per lui e odiavo questa situazione. Ho riletto gli appunti del Triduo, imbattendomi nella parte in cui si parla del nostro cuore: più proviamo a soffocarlo più lui si fa sentire. Ho chiuso il quaderno pensando: «Non voglio più leggere queste cose, non ci credo più. La mia tristezza passerà». È questo lo spirito con cui sono andata alla vacanza.



Per prima cosa scopro che quest’anno non eravamo solo noi giessini della Calabria, ma a tenerci compagnia e a rendere tutto più vero, c’erano anche alcuni amici di Milano: tre ragazzi e un professore. Già l’inizio della vacanza sembra fatto per me. Nell’introduzione Luigia parla della morte e del dolore e ci ripete, come sfida, una frase decisiva di Andrea Mandelli: «Attenzione, pericolo di vita o di morte sempre». Si capisce subito che c’è in gioco qualcosa di grande e nessuno se lo vuole perdere. La seconda giornata inizia con le Lodi. Poi, la passeggiata attraverso la pineta della Sila fino al Lago Arvo, in silenzio. Tante volte il silenzio può essere complicato da mantenere, ma tutti noi siamo attenti ai particolari dell’ambiente circostante, il rumore del bosco e delle onde del lago, disposti a lasciarci sorprendere da quel “Qualcuno insieme a noi” che ci sta donando quei momenti.

Dopo il pranzo, riprendiamo alla grande con i giochi, pensati dal nostro amico Lorenzo e basati sulla sua passione: le serie TV. Ogni gioco, infatti, ha uno sviluppo diverso in base alla serie scelta. Così anche quello del pomeriggio, ispirato a “La casa de papel”. Stefania e Manuela, che insieme a Lorenzo fanno i giudici, notano tra noi qualcosa in più del semplice giocare: uno sguardo attento a quello che stiamo facendo, ma soprattutto pieno di vita.



Nel tempo libero ci dedichiamo alla preparazione dei canti grazie all’aiuto dei nostri amici di Milano, che ci coinvolgono al massimo facendoci capire l’importanza del cantare insieme e del vivere a pieno anche le ore libere.

Nel tardo pomeriggio, la testimonianza di due amici di Andrea Mandelli: don Gianni Calchi Novati e Angela Conti. Mi colpiscono alcune parole di Angela: «La morte di Andrea, per quanto dolorosa, è stata per me un rilancio». Come è possibile? Sempre durante la testimonianza Lorenzo fa una domanda a don Gianni: «Come l’incontro con Cristo può riempire il nostro cuore?». La risposta di don Gianni è che il nostro cuore ha bisogno del vuoto, per quanto incolmabile, perché questo ci fa muovere e ci rende bisognosi: da qui nasce il legame alla compagnia.

La giornata finisce con il cielo stellato: prima Davide ci spiega le costellazioni, poi facciamo dei canti insieme e c’è la possibilità di recitare le nostre poesie preferite. Tutti rimaniamo in silenzio con gli occhi rivolti verso l’infinito. Chi sono io, così piccola, in confronto a tutto questo?

Il giorno dopo, purtroppo, è l’ultimo per stare insieme, e presto si arriva al momento dei saluti. Torno a casa cambiata. Dio mi ha proprio fregato! Ero partita arrabbiata e decisa a ignorare la mia tristezza… Invece Qualcuno ha rimesso in gioco tutto, rilanciandomi all’attenzione verso il mio cuore. Dopo l’esperienza di quei giorni sono disposta a fare i conti con il mio cuore più spesso, disposta ad abbracciare la realtà per quanto complessa. Il desiderio di capirla mi fa muovere e non voglio più stare ferma. Insomma, sono piena di gratitudine per tutto quello che ho ricevuto.

Francesca, Lamezia Terme (Catanzaro)