Chiavari. In vacanza al mare per alzare le vele
In una scuola ligure, due giorni di convivenza per le famiglie dei bambini, tra incontri e giochi in spiaggia. Per iniziare bene l'anno, per approfondire l'amicizia tra genitori e professori. E per vedere anche quanto può essere bello lavorare...L’anno scorso gli insegnanti della scuola Maria Luigia di Chiavari hanno avuto la bella pensata di attivare i genitori per la recita di Natale. Convocati in palestra in una sera d’ottobre, ci siamo ritrovati un centinaio di aspiranti attori, ballerini, cantanti e musicisti, scenografi e costumisti! È nata da quel momento una compagnia interessante per molti. Alla recita sono seguiti momenti di incontro.
A fine anno scolastico, Simonetta, rettore della scuola, ha proposto a insegnanti e famiglie due giorni di convivenza. Si è individuato un posto pensando ad un’adesione limitata. Ma le iscrizioni sono balzate a 190 in pochissimo tempo. Così dopo aver trovato una struttura adeguata è iniziato il lavoro del “Team Eventi Maria Luigia”: un gruppo di insegnanti e genitori che si occupava dell’organizzazione. Il weekend del 13 e 14 ottobre a Bocca di Magra, località splendida, si sono ritrovate 220 persone tra adulti, bambini e ragazzi (del movimento e non). La mattina di sabato è trascorsa tra giochi in spiaggia, canti e balli, introdotti dalle parole di Simonetta: «Vorremmo vivere questi due giorni di convivenza a partire dall'esperienza di amicizia che l’anno scorso ha coinvolto molti di noi. L’amicizia è la condizione fondamentale perché l’uomo possa diventare se stesso, possa camminare, possa alzare le vele alla scoperta della realtà, senza che pericoli e fatiche diventino insormontabili. Per questo desideriamo che il clima di questi giorni sia alimentato da una familiarità discreta ma profonda, da un’apertura del cuore che ci faccia accorgere degli altri e di quello che capiterà, da un dialogo in cui trovi spazio la condivisione delle domande e dei problemi, ma anche la testimonianza reciproca di quanto è positiva la realtà, di quanto è bello vivere e lavorare… Ci sarà spazio di gioco tutti insieme grandi e piccoli. Come dice il Papa ai genitori: “Ma voi giocate con i vostri figli? Voi perdete tempo con loro?”».
Nel pomeriggio sistemazione nelle camere. Alle 18 testimonianza di due amici: Enrico e Nicolò (padre e figlio, di Sanremo) hanno raccontato la loro vita e l’incontro fatto con don Pino, Giussani, GS…. Cena e serata di frizzi e lazzi. Domenica mattina dopo l’Angelus abbiamo fatto una agguerritissima “lancia rossa”, gioco a squadre, il pranzo ed infine la Messa.
Una volta tornati, il 24 sera, ci siamo visti e abbiamo riguardato l’esperienza fatta. Una mamma, Simona ha raccontato di come «i due giorni di convivenza hanno rotto gli schemi dei ruoli adulti-bambini: finalmente gli adulti hanno giocato col cuore da bambini con i bambini. I bambini e i ragazzi si sono riscoperti adulti nell’insegnare a seguire nuovamente a loro volta a padri e madri nei giochi».
Un'altra, manager di un'importante multinazionale di telefonia, ha riconosciuto come questa scuola sia «un luogo dove approdare, una casa».
Corinna, madre di due bambini, è intervenuta raccontando «del mattino sulla spiaggia di Marinella. Non eravamo singoli genitori con i propri figli, non eravamo singole famiglie che si incontravano, ma eravamo tutti i genitori con i figli di tutti: è stato toccare con mano il “villaggio” che Papa Francesco auspica per l’educazione dei nostri figli. Sentire la testimonianza di Enrico che ha descritto il figlio più piccolo Pietro che ha difficoltà psicomotorie; ascoltare le parole del fratello più grande Nicolò descrivere quell’apparentemente semplice felicità di Pietro; tutto questo mi ha preso “dentro”. E trovandomi a leggere la frase introduttiva di Carrón alla Giornata d’inizio anno “Ricominciare non è scontato, è una grazia” ho pensato: ecco questa è proprio mia, è terminato un periodo e ne inizia un altro, adesso».
Alessandra, una mamma: «Soffro di una patologia rara che non mi permette di “rispettare i piani che faccio”. E, anche stavolta, i miei piani sono stati sconvolti, caduti come un castello di carte. Dovevo, anche io, partecipare alla vacanzina. L’avevo attesa per rivivere di nuovo ciò che di miracoloso era successo l’anno prima con la recita: trovare una casa, come dice Giussani, e ritrovare Dio in una botta sola. E invece no! Potevo scegliere di disperarmi, di comportarmi da egoista e decidere di non fare andare neanche marito e figli. Invece ho provato ad affidarmi a Dio senza alcuna pretesa, con la curiosità di sapere cosa Lui voleva per me. Che meraviglia quello che è accaduto! Andrea, mio marito, ha fatto il genitore senza che io, mamma chioccia un po’ ingombrante, gli indicassi la strada a volte impedendogli di camminare da solo e questo è stato il primo insegnamento: mettermi da parte e aver fiducia. I bambini si sono divertiti col loro papà. Mio marito ed io ci siamo mancati. Inoltre ho passato un week-end con mio padre e sono tornata a essere solo Alessandra, la figlia di Mario, e non “la mamma di” o “la moglie di” e questo mi ha permesso di capire di più i miei bambini e loro bisogni. In ultima battuta il regalo che è arrivato a fine giornata sono state le parole del Papa alla messa di canonizzazione di Paolo VI, Oscar Romero e altri beati: “Gesù è radicale. Egli dà tutto e chiede tutto, dà un amore totale e chiede un cuore indiviso...Gesù non si accontenta di una percentuale di amore non possiamo amarlo al 20 al 50 o al 60% o tutto o niente... Ci accontentiamo di qualche precetto o seguiamo Gesù da innamorati, veramente disposti a lasciare qualcosa per Lui?”».
Pietro e un gruppo di genitori della "Maria Luigia", Chiavari