I giessini romagnoli a Perugia

Vacanza Gs. I vantaggi di una compagnia così

C'era Lorenzo, con i suoi dubbi su Dio. E Michela, alla sua "prima" con gli amici del movimento. E c'erano altri centocinquanta ragazzi da Lugo, Imola e Faenza, in Umbria tra Natale e Capodanno. «L'inizio di un cammino che prosegue tutti i giorni»

Dal 27 al 29 dicembre siamo stati a Perugia, Assisi e Todi con le comunità di Gioventù Studentesca di Imola, Lugo, e Faenza. Il fatto che è rimasto maggiormente impresso è la modalità attraverso la quale questi giorni sono stati affrontati. Molti di noi sono rimasti colpiti dalla differenza da una normalissima gita scolastica. «Uno si aspetta che 150 ragazzi facciano solo una gran confusione e che gli adulti facciano “pressa” per rispettare gli orari, cosa che succede a scuola, e invece non è stato così. C’era un gran rispetto reciproco di ciò che si stava facendo, si percepiva un’atmosfera diversa», ha sottolineato Michela, che per la prima volta partecipava ad una vacanza di Gs.

Questa modalità di trascorrere il tempo insieme si è riflessa nei rapporti personali, così che tra di noi c’erano momenti di riflessione e confronto sulle cose viste e sentite. Al punto che ognuno poteva stare di fronte a tutti i propri stati d’animo, che per noi spesso sono paralizzanti. Ad esempio, Lorenzo aveva un dubbio sull’esistenza di Dio, in quanto non lo vedeva più manifestarsi nella sua vita, dubbio che lo rendeva triste ed arrabbiato, che non gli permetteva di godersi la bellezza. Questa domanda irrisolta lo ha spinto a cercare un confronto con un suo amico, e guardando alle loro esperienze si sono resi conto che una vita senza Dio sarebbe stata semplicemente meno sensata. «Questo confronto per me è stato fondamentale, perché mi ha dato una certezza e una nuova spinta per mettermi in gioco in tutte le altre situazioni della vita. Non ho sviato il mio dubbio, ma il confronto con questo amico più certo mi ha spinto a guardare più attentamente ciò che mi accadeva».



Ecco un altro vantaggio di una compagnia come quella di Gioventù Studentesca: tutte le domande, tutti i dubbi e i problemi sono accolti, non da psicologi, o come direbbe don Leo, da “vomitatoi” umani su cui sfogarsi per sentirsi meglio, ma da amici con cui confrontarsi. Così è successo ad Akram, ragazzo musulmano, che è rimasto attratto da qualcosa che gli corrispondeva in quanto uomo. Scrive infatti che grazie al rapporto con un’amica, che aveva affrontato un grave lutto, ha trovato le energie e le ragioni per riaffrontare problemi che lo facevano stare male.

Sicuramente uno dei momenti più intensi della vacanzina è stata la testimonianza di un giovane professore di filosofia marchigiano, che attraverso la sua travagliata esperienza non ha perso, grazie all’esperienza cristiana, la curiosità per ciò che gli accadeva. Ci ha detto: «Ho trovato un luogo dove non ho paura di guardare la vita e me stesso». Questa frase è diventata il titolo della nostra festa di Capodanno.

«Non c’è stato un momento in cui io non mi sia sentito cercato. E questo è stata una conferma dell’aiuto che è per me questa compagnia», ha scritto Giovanni. E per questo, nonostante all’inizio fosse dubbioso, ha deciso di partecipare alla festa di Capodanno.

In questi giorni ci siamo confrontati anche con la straordinaria figura di san Francesco d’Assisi, di cui siamo andati alla scoperta e che è stato specchio per molti di noi di ciò che sentiamo, cioè spesso una tristezza, un’incompiutezza. Questo luogo e questo Santo ci hanno insegnato che questa tristezza non è negativa, ma è ciò da cui partire per arrivare a conoscere meglio se stessi, la grandezza per cui si è fatti.

Molti di noi potevano non essere inizialmente entusiasti come stato d’animo, ma il confronto con la bellezza vissuta ha cambiato la prospettiva. Non ha eliminato problemi o domande, ma ha insegnato a non scappare e a non isolarsi. La cosa più gratificante di questi giorni è che tutto ciò aiuta nella vita quotidiana, che il cammino non finisce qui, ma prosegue, grazie a qualcosa di più grande di noi che regge e permette tutta questa bellezza.

Giovanni, Emanuele, Paolo, Giovanni, Lugo di Romagna (Ravenna)