Vacanza Gs. Che c'entra la fisica con la Toscana?

Una tre giorni "più uno", per i ragazzi dell'Alexis Carrell. Dal 2 al 4 gennaio tra Lucca, Pisa, Prato e Firenze, per chiudere, il 5, con una giornata sui libri in un oratorio milanese. E con la scoperta che anche lo studio può avere un valore nuovo

Quattro giorni di convivenza, dal 2 al 5 gennaio, con gli amici di Gioventù Studentesca dell'Alexis Carrell di Milano. I primi tre in visita a Lucca, Firenze e Prato e il quarto… studio insieme a Milano. La domanda intorno a cui girava tutto è stata: «Come si fa a vivere?».

I tre giorni di visite sono passati subito, guidati dalle spiegazioni su quello che stavamo guardando e chi c’era dietro. Prima tappa la chiesa di San Piero a Grado, che, secondo la tradizione, è stato il punto dove è sbarcato san Pietro e quindi l’inizio del cristianesimo in Toscana. Prima di spostarci a Lucca c’è stato un momento di giochi e la spiegazione della chiesa e di tutta la sua storia, in particolare la figura di san Frediano, profondamente legata a quella città.

A Lucca abbiamo noleggiato 150 bici, una a testa, godendoci prima il giro delle mura sulla ciclabile, chi cadendo e chi no, e poi il Duomo dove abbiamo aspettato il tramonto.

I due giorni seguenti sono stati dedicati alla visita di Firenze, prima Santa Maria del Fiore e poi la Cappella Brancacci. Infine ultima destinazione: Prato, dove abbiamo trovato un gruppo di ragazzi di GS di quella città che hanno giocato con noi ad una grande caccia alla volpe. Questa la cronaca della gita. Ma il bello, almeno per me, doveva ancora venire.

Tornati a Milano abbiamo dormito ognuno a casa, ritrovandoci la mattina dopo nell'oratorio di Corvetto, per studiare e concludere la vacanza con una serata di giochi.

Andando oltre il piacere per le cose che abbiamo visto e per il fatto di averle viste insieme, che ha cambiato il mio modo di starci davanti, mi ha colpito il giorno di studio, quello che sarebbe dovuto essere il più pesante.

La mattina l'ho dedicata al Paradiso di Dante, ritrovando nei versi del poeta lo stesso sguardo verso la figura di Cristo che avevano i discepoli negli affreschi del Masaccio della Cappella Brancacci, uno sguardo di centralità verso quell’uomo che costituiva per loro il punto di ancoraggio; sguardo che ho rivisto nei miei amici durante l'intero giro a Firenze.

Tutto il pomeriggio invece l'ho passato su fisica - relatività ristretta -, che non capisco, ma di cui mi stupisco ancora di più quando ne intuisco il funzionamento. Lo stesso stupore che ho provato nel rivedere la cupola del Brunelleschi e nel capire cosa c’era dietro, il suo vero significato, nonostante pensassi di sapere già tutto.

Queste due materie, che prima mi erano sempre sembrate un po’ vuote, hanno acquisito valore perché in relazione con quello che avevo vissuto. Quello che ho visto e scoperto, cioè che tutto assume un valore nuovo alla luce di un’esperienza particolare e di un incontro, me lo porto dietro nello studio di quest’ultimo anno. Così come la consapevolezza che senza la compagnia quelle cose non sarebbero state uguali, né lo studio né le opere d’arte.

Tommaso, Milano