GS Piemonte in vacanza sulle montagne trentine.

Vacanza GS. Qualcosa di bello c'è, è una certezza

Meta: Lavarone. Una tappa a Calcinate, nella Bergamasca, alla scuola La Traccia. Poi per giochi, pattinate e gite. Un "fine anno" intenso per i giessini di Piemonte e Val D'Aosta, alla ricerca della bellezza. E per guardare in faccia "quella voragine"...

Subito dopo Capodanno, con il gruppo di Gioventù Studentesca del Piemonte e della Valle d’Aosta, siamo partiti per una vacanza invernale diversa dal solito. Invece di dedicare quattro giorni alla visita di luoghi d’arte, come per noi era solito fare, abbiamo vissuto un cammino assieme, attraverso giochi, canti, visite e passeggiate.

Partiti il mattino del 2 gennaio per giungere in Trentino-Alto Adige a Lavarone, a metà del viaggio abbiamo fatto tappa a Calcinate, dove siamo stati accolti da Francesco Fadigati, rettore della scuola La Traccia. Dopo il pranzo al sacco, ci ha raccontato la sua storia: di come si sia ritrovato a vivere così lontano da casa (abitava a Sanremo), a fare un lavoro che pensava non gli sarebbe mai piaciuto, cioè insegnare (stava studiando per diventare giornalista), allontanandosi da tutte le persone che conosceva... Viene da chiedergli: «Perché hai accettato l’incarico?». La risposta è molto semplice, o così mi è parsa nel notare la consapevolezza con cui parlava: era felice di affidarsi, perché certo soprattutto del bene sperimentato vivendo in appartamento con altri studenti e nella più grande compagnia del movimento. Lì dove è ora ha trovato bellezza anche se inizialmente era solo, anche se aveva altri progetti. È stato capace di prendere sul serio ciò che gli stava accadendo e ha voluto verificarlo nonostante le difficoltà. Ed è felice.

Il giorno seguente, in mattinata, abbiamo fatto una passeggiata per i boschi. La bellezza della natura e in particolare delle montagne mi lascia sempre piena di pace; mi rassicura perché ci ricorda che qualcosa di bello c’è sempre: è una certezza!

Questa bellezza l’ho poi ritrovata anche durante il pomeriggio, quando, divisi a gruppi, abbiamo fatto una caccia al tesoro in giro per Lavarone. Ogni squadra, per poter superare le prove e vincere, doveva restare unita e agire sempre insieme. È stato molto bello perché ognuno ha aiutato i propri compagni con le proprie capacità. Abbiamo sperimentato un’unità magnifica, che non ci rende tutti uguali come talvolta accade nei gruppi, ma valorizza le particolarità di ciascuno, chiedendogli di essere se stesso.



La sera abbiamo visto un film su papa Francesco, che ripercorreva con immagini toccanti e talvolta dure i suoi viaggi, mentre la sua voce interveniva in merito a molti argomenti attuali: il suo volto (in primissimo piano) guardava dritto nella telecamera e sembrava parlare proprio a noi. Mi sono ritrovata a guardare con occhi nuovi aspetti della realtà che prima non vedevo con chiarezza, rendendomi conto meglio di quante difficoltà ci siano attorno a noi e di quanti modi abbiamo per poter aiutare gli altri (e noi stessi) a vivere meglio. C’è tanto da imparare, tanto da vivere e ci sono tante possibilità di aiutare. Rimbocchiamoci le maniche! Come fa il Papa.

Tutte queste attività, comprese la visita di Trento e la serata a pattinare sul ghiaccio, secondo me sono state valorizzate ancora di più durante l’assemblea finale, quando abbiamo ripercorso assieme i momenti più belli della vacanza: momenti diversi per ciascuno, a volte anche apparentemente banali, ma in cui ci siamo coinvolti ed abbiamo provato ad essere noi stessi al cento per cento. C’è chi, pur essendo molto timido, si è ritrovato a parlare con molti altri ragazzi; chi, aiutando a costruire la vacanza, si è sentito grato quando il suo lavoro è stato apprezzato; chi, presentando una cattedrale, ha scoperto di poter trasmettere agli altri la propria passione per l’arte.

Personalmente, sono rimasta molto colpita dal metodo del confronto con la realtà proposto da Carrón nella Giornata di inizio anno di Gioventù Studentesca (che abbiamo riletto), secondo il quale non dobbiamo perdere nulla delle esperienze che viviamo, ma imparare da esse. Ultimamente ho avuto moltissimi dubbi sulla fede, perché ho iniziato a chiedermi se fosse qualcosa di davvero mio o solo di ricevuto dai miei genitori. Mi sto scontrando con tutte le esperienze che ho vissuto e sto tentando di giudicarle, di capire cosa è davvero mio. Questi giorni mi hanno aiutata a prendere più sul serio questa voragine piena di dubbi e certezze che si è aperta nel mio cuore, senza lasciarla reclusa in un angolino. E ne sono grata.

Giulia, Torino