L'incontro “Siamo argento vivo… Siamo argento nostro” ad Ancona (foto Stefano Sacchettoni)

Ancona. «Nella vita ci sono anche io»

C'è Laura, che accompagna la sua voce con la chitarra. E Giovanni, che recita Verlaine. E poi le fotografie di Edith. E anche Saverio, Cecilia... Nelle Marche, alcuni ragazzi hanno raccontato le loro passioni in un evento pubblico

L’anno scorso, alcuni ragazzi di Ancona avevano letto ad alcuni amici più grandi le poesie e le canzoni che scrivevano o ascoltavano, partendo dall’incontro con Gioventù Studentesca. Gabriele, professore che segue l’esperienza di GS, aveva lanciato l’idea: un momento in cui i ragazzi, invitando anche i loro amici di scuola, potessero esprimere queste loro passioni. Anche quest’anno hanno voluto riproporre l’incontro. Il 2 marzo, nella Sala Accademia della "Fiera della pesca" di Ancona, centocinquanta, tra adulti e giovani, si sono ritrovati ad ascoltare canzoni, poesie e vedere video sul tema: “Siamo argento vivo… Siamo argento nostro”. Ecco cosa ha scritto Davide, 19 anni, qualche giorno dopo.

Un gesto che sarebbe potuto morire non appena terminato, come d’altronde ogni cosa nella nostra vita che ci allontana dai valori dell’humanitas e ci porta sempre più vicini alla “velocizzazione” dell’esperienza. Così non è stato, almeno per me. Testimonianza l’anno scorso del mio essere argento vivo, del fatto che nella vita ci sono anch’io, sono importante anche io. Riconferma quest’anno di quanto sia stupido concepirsi come una monas, una monade, di quanto sia bello condividere il proprio amore per la vita con persone che emergono con la loro storia.



Stupirsi quindi nel desiderio di viverlo prima, nel viverlo mentre, e nell’assaporare dolcemente poi ciò è che è accaduto questo sabato. Ci sono persone che conosco già. Laura canta una canzone alla chitarra e la trovo cambiata con una voce più forte, con la sua attenzione maniacale alla vita, nel suo farsi investire, mi viene quasi la pelle d’oca al ritornello finale (Cause you only need the light when it's burning low). E c’è Giovanni: mi aveva confessato il suo amore per le poesie, ma anche la sua vergogna nel dedicargli tempo, e ora lo trovo a parlare dei versi di Verlaine con cura e grato di essere lì a farlo. Ho rincontrato anche Cecilia, che col suo sorriso ogni volta cambia la mia espressione burbera e riesce ad essere felice anche per me. E Giacomo, che con un testo rap scritto molto tempo fa e ritrovato in un brutto momento riesce ad emergere dal baratro di un istante non troppo entusiasmante della sua vita. Ancora, Edith, che presenta delle sue foto in cui ha voluto raccontare lo stupore nuovo nel vedere le cose semplici, i suoi familiari, i suoi amici nella luce di questo incontro. Infine, Saverio che con un pezzo al pianoforte mi fa tirare davvero un sospiro di sollievo.



Non è cronaca, ma osservare questo moto di cuori aperti che non si ferma, si evolve, cambia, capitola e poi riprende sempre il volo. Tanti ragazzi più o meno della mia età che come me, grazie a questa esperienza, non hanno paura di dire ciò che sono in questi giorni di paura, giorni di nascondigli sempre più lontani. Un posto in cui "dire io con verità", un porto vivo dove poter comprendere che ogni vita ha la sua dignità, ogni cuore la sua meta, la sua strada. Non un semplice ripetere ciò che si è già fatto. Nemmeno un dimostrare agli altri che si è meglio di o si è "più bravi di"... È la possibilità, ancora una volta, di stupirsi e di stupire con il proprio sguardo sul mondo. Mi avete cambiato la vita, avete fatto nascere un altro me. Grazie Gioventù Studentesca.
Davide