Lisbona. Le lacrime della dottoressa

Una crisi respiratoria della mamma con gravi problemi di salute, l'ambulanza che arriva. Ma i soccorritori, di fronte a come la famiglia sta con la donna, suggeriscono di non farla ricoverare: «Sta meglio con voi»

Mia mamma è a letto per un ictus da cui è stata colpita vent’anni fa. Ha bisogno di essere curata in tutto: igiene, alimentazione, medicine e per gli altri problemi di salute legati all’età, anche se ha solo 63 anni. Nell’assisterla siamo aiutati da persone che abbiamo assunto per stare con lei.

L’altro giorno abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza, perché non riusciva a respirare bene. A un certo punto, la dottoressa che l’ha soccorsa si è commossa per come la mamma era assistita. E ha detto: «È raro oggi vedere una persona così, incontriamo tante situazioni difficili». E ha aggiunto: «Se potete, non portatela in ospedale. Curatela qui, a casa, come state facendo, perché si vede che sta molto bene».

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Ci ha sorpreso sentire queste parole, perché noi non facciamo nulla di straordinario. La curiamo come possiamo, anche facendo tanti errori. Eppure, quella dottoressa ha visto qualcosa e ha intuito che anche lei è stata accolta da mia mamma con l’entusiasmo e la gratitudine che lei ha sempre per chi la va a trovare. E ha visto il modo in cui noi, senza rendercene conto, ci comportavamo e come le parlavamo, cosa che le ha riempito gli occhi di lacrime.

Non saremo noi a cambiare il sistema sanitario del nostro Paese o l’assistenza domiciliare ai malati, ma possiamo offrire l’esperienza che facciamo. Un’esperienza di bellezza e carità reciproche di cui il mondo ha così tanto bisogno.

Maria, Lisbona