Loano

Al Pre Meeting di Loano, tra libertà e lavoro

Cosa vuol dire vivere in una società "fluida" come la nostra? Cosa costruisce davvero? Ne hanno parlato Stefano Sala e Mauro Magatti alla kermesse ligure. Un incontro che è continuato anche giù dal palco...

Giovedì 4 luglio, serata interessante al Pre Meeting di Loano con Stefano Sala, imprenditore, e Mauro Magatti, professore di Sociologia alla Cattolica di Milano. Il tema (e non solo il clima) è molto caldo. Viviamo in un periodo in cui abbiamo in assoluto più possibilità per essere liberi: possiamo fare quello che vogliamo, non c’è vincolo di nessun tipo, ci si può spostare da un continente all’altro a un costo relativamente basso… Eppure, di tutta questa libertà non sappiamo cosa fare. Abbiamo lottato anni per svincolarci da tutto, e adesso? Siamo più felici di prima? E in questa situazione i cristiani che contributo possono dare alla società? Da che cosa si vede la loro presenza nell’ambiente in cui vivono?

Loano, l'incontro con Stefano Sala (al centro) e Mauro Magatti (a destra)

Stefano Sala ha raccontato che la libertà, intesa come corrispondenza con qualcosa di grande, è stata la molla per un cambio radicale nella sua vita: lasciare una multinazionale e un lavoro sicuro, dove però si sentiva ingabbiato da schemi manageriali che non lasciavano spazio allo sviluppo dell’azienda nel lungo periodo, e decidere di intraprendere una nuova attività con tanta incertezza, grandi ideali e pochi mezzi. Ma è stata questa coscienza dello scopo ciò che, in fondo, ha permesso di sviluppare l’azienda non solo all’inizio, ma anche oggi in contesti internazionali sempre più difficili.

Magatti ha sottolineato che oggi il vero tema è recuperare una “generatività”, vale a dire che la libertà non si esaurisce nella possibilità di scelta, ma trova il suo “sbocco” in un compito che, nel rapporto con la realtà, uno può comprendere. Solo con la coscienza di un compito la vita acquista interesse, dedizione e capacità di sacrificio. Senza il gusto di un compito non si ha più voglia di rischiare, di fare figli, di lavorare... Che di fatto è quello che sta capitando. Guarda caso, è proprio un tema di libertà.

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E dopo la serata la sorpresa più grande: molte persone si sono fermate a parlare con Sala, con il desiderio di confrontarsi sulla propria situazione per vedere se la realtà è veramente positiva e piena di attrattiva e non soltanto la circostanza in cui cercare di sbarcare il lunario. Uno di questi, per esempio fa il tecnico. Vorrebbe crescere, ma gli sembra che un collaboratore più bravo sia una minaccia più che un’opportunità, se lo fa crescere magari poi se va da un altro...

E poi c'è il pensionato che vive il vuoto di avere ancora tanto da dare come esperienza e come professionalità e che avrebbe bisogno di arrotondare per i numerosi problemi dei figli e dei nipoti, ma che non trova più chi lo può valorizzare. E l’imprenditore falegname, che per un grave incidente in moto non può più lavorare. A repentaglio è la sopravvivenza economica. Invece trova nella moglie una “inaspettata risorsa”, quando lei gli dice: «Tu non puoi più usare le braccia, ma conosci il lavoro. Io vengo in fabbrica, tu mi insegni come usare le macchine e proviamo a vedere se imparo qualcosa». Sorprendentemente questa coscienza di un compito grande piano piano fa di lei una tecnica sopraffina e le cucine e i mobili prodotti cominciano a fare il giro del mondo, arrivando a competere anche con i grandi produttori tedeschi.

Libertà, generatività, coscienza del compito: in una esperienza vissuta tutte queste parole improvvisamente diventano esperienza. Si, la vita è proprio positiva.

Paola, Milano