La gita al lago

Vacanze Cavalieri. Lo sguardo di Mendez

Le passeggiate, i gioconi, le testimonianze, i dialoghi notturni e le canzoni da far ascoltare agli amici. Per i ragazzi e gli adulti del Graal delle Marche sono stati sei giorni dove «ognuno è stato tirato fuori dal proprio buco»

Un ragazzino scende dal pullman dicendo: «Aspetto questo momento da tutta la vita!». Mentre un altro, che aveva deciso di non venire più dopo essersi iscritto, ma nel dialogo con alcuni adulti aveva ceduto, ha ancora qualche resistenza. Tutti, ragazzi e adulti, arriviamo così come siamo alla vacanza dei Cavalieri del Graal delle Marche, spalancati o in difesa, smarriti o carichi. Ma, alla fine, ciascuno «è tirato fuori dal proprio buco», come ha detto un ragazzino all’assemblea finale.

All'arrivo ci è stata lanciata una provocazione: cosa cerchi? La sfida di ogni giorno è accompagnata da spezzoni del cortometraggio Butterfly circus che racconta la storia di Will, nato con gravissime disabilità e ridottosi ad essere un fenomeno da baraccone in un circo. Will incontra Mendez, il direttore del Circo della farfalla, che lo guarda per quello che è. In quel rapporto, Will scopre la sua grandezza e il suo vero valore. Insieme al video, il titolo della vacanza “La felicità è nell’amicizia che ci lega”, preso da quello che una ragazzina dei Cavalieri alcuni mesi fa aveva scritto sul suo stato di WhatsApp: «Il Graal non si spiega. Il Graal si vive, si sperimenta sulla propria pelle e allora le parole sono quasi del tutto inutili. Il Graal è la nostra grandezza». E la canzone Il mondo insieme a te di Max Pezzali: «Come è bello il mondo insieme a te / mi sembra impossibile / che tutto ciò che vedo c’è / da sempre solo che / io non sapevo come fare / per guardare ciò che tu /mi fai vedere».

Dalle passeggiate, al giocone nei prati e nelle piazze del paese, alle serate di canti, alle testimonianze, ai momenti dedicati agli interessi di ciascuno (canzoni, coding, cucina, teatro, frizzi, lettura e altro ancora) l’esperienza di questi sei giorni è stato l’imbattersi in amici che ti fanno guardare ciò di cui prima non ti accorgevi. Un incontro che suscita un cambiamento, che ti fa “migliorare”, come hanno detto diversi ragazzi.
Così accade che una ragazzina nel mezzo delle scorribande notturne, cerca un adulto per raccontargli tutta la sua storia di fatica e dolore per le difficoltà familiari, e da lì per lei riparte tutto. O un’altra che desidera far ascoltare una canzone che le piace, per poterla capire e giudicare insieme.

È l’accadere di una presenza che ti spiazza e che non vuoi più abbandonare. Dice Luigi: «Durante la passeggiata, i miei amici mi aiutavano a salire, e io volevo che quel momento non finisse mai!». O ancora, il ragazzo che non voleva venire: «Ho conosciuto delle persone con cui si è creata un’amicizia che spero non finisca qui, perché mi hanno fatto scoprire cose di me che non pensavo di avere».

Di fronte a una presenza carica di proposta, affiora l’io di ciascuno. Come Luca, in cui esplode la domanda di fronte all’esperienza del rifiuto da parte di alcuni di accoglierlo nel loro gruppo e allo stesso tempo alla novità del sorgere di alcune amicizie inattese: «Se non fossi venuto, che esperienze di vita avrei fatto? Per capire come aprire il mio cuore alle persone appropriate e come fare a riconoscerle».

Qual è l’origine di questa amicizia? Uno sguardo da cui siamo raggiunti, come dice Lucia: «Con gli amici del Graal è diverso, loro ti guardano oltre quello che vedono. La felicità nell’amicizia che ci lega si trova solo se l’amico lo si guarda come Mendez ha guardato Will». È una presenza che risveglia anche noi adulti, sia chi ha accompagnato i ragazzi, sia i genitori a casa, come intuisce Giacomo: «Ringrazio i miei genitori che, pur non essendo pienamente cristiani, hanno detto subito di sì alla proposta della vacanza».

È stato un barlume, il presentimento di un bene che ci ha fatto partire con più o meno voglia. Assecondare quel barlume «è stata la cosa più intelligente che potessi fare», ha detto un ragazzino. E così anche noi cosiddetti “educatori” abbiamo partecipato della stessa dinamica di cambiamento vista nei ragazzi, fino a percepire l’assoluta sproporzione tra le nostre capacità, i nostri tentativi e quello che ciascuno di noi ha incontrano in vacanza. Una sproporzione riempita da quella Presenza che ci ha convocato lì e che fino all’ultimo giorno, al Vangelo della messa, ci ha ridonato il suo sguardo di preferenza: «Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,1-12.17-20).
Maria Cristina, Macerata