Vacanze cavalieri. Il tasto "play" da schiacciare

Appuntamento alle 12 davanti al Monte Bianco per un gruppo di ragazzi delle medie venuti da Svizzera, Piemonte e Valle d'Aosta. Tra galassie, legnetti del falò e Avengers, la scoperta che «tutto è fatto per noi»

Il 5 luglio 120 cavalieri di Piemonte, Valle d’Aosta e Svizzera sono partiti per la loro vacanza a La Thuile. Appuntamento, ore 12 davanti al Monte Bianco, quel giorno completamente sgombro di nuvole, cosa piuttosto rara. «Sembrava fatto apposta per noi», ha detto qualcuno. Don Marcello ci ha chiesto di rimanere cinque minuti in silenzio davanti a quel panorama, per lasciare spazio alla domanda: «Ma tu che cosa desideri? Che cosa cerchi?». Cinque minuti di straordinario e stupefacente silenzio. Giorgio, 13 anni, ha commentato: «Tanti ragazzi tutti diversi, che non si conoscono, in totale silenzio, è una cosa che non si vede tutti i giorni!».

Più volte durante le due gite, in val Ferret e alle cascate, davanti a panorami mozzafiato e all’imponenza del Monte Bianco, e poi anche dopo la serata con Paolino, un amico venuto a spiegarci le stelle, ci è stato detto che noi siamo però più grandi delle montagne, più grandi della terra, più grandi delle galassie, più grandi dell’universo infinito. «Le galassie non possono conoscersi, non possono stupirsi, non possono provare nulla, io invece sì», così Simone, 12 anni, ha continuato a ripetere alla sua prof in quei giorni.

Tutta la vacanza è stato un susseguirsi di momenti così, come la sera in cui abbiamo acceso un grande falò. Nello spiazzo, mentre i primi legnetti prendevano fuoco, don Marcello ha spiegato che quei legnetti siamo noi: alcuni più piccoli, altri già grandi, alcuni magari un po’ marci, ma questo non importa perché anche i nostri difetti servono per far propagare il fuoco. E il fuoco è la fede, che si passa di legnetto in legnetto. Due giorni dopo, Benedetta ha raccontato che ora se deve pensare alla fede, pensa a quel falò...

Ogni mattina cominciava con una proposta scandita innanzitutto dalle scene del cortometraggio Butterfly Circus (storia di un ragazzo nato senza arti, ndr). E la proposta continuava con la recita delle Lodi, perché tutti riconoscessimo e ringraziassimo Chi in quel momento ci stava chiamando a quella grandezza.

La prima sera è stato lanciato il video di presentazione delle squadre, rappresentate dai mitici Avengers: all’inizio i supereroi sono tutt’altro che amici, ognuno ha la sua super qualità. Finché non compare un cattivo, il gigantesco Thanos, per cui non ce la si fa da soli: occorre unirsi e combattere insieme. Dopo il video sono entrati in scena in carne e ossa proprio loro, Spider Man, Thor, Captain America e Iron Man, ciascuno con la sua arma da donare poi al capitano di ogni squadra. Abbiamo dedicato una giornata intera ai giochi, in cui bisognava dare tutto, ma proprio tutto… anche i vestiti! Nessuno si è tirato indietro, tutti hanno giocato, tutti hanno “schiacciato play”. Sulla maglietta dei giochi oltre alla scritta “Live friendship”, compariva infatti il triangolino del “play”: per vivere l’amicizia e per godersi le cose occorre schiacciare “play”, accendere il cuore. Proprio come faceva Bizzo, ragazzo morto in un incidente in motorino, di cui due amici di Milano sono venuti a parlarci. Enzo ci ha raccontato di come Bizzo facesse di tutto perché lui riuscisse a dare gli esami, di come non gli lasciasse un attimo di tregua: la sera, quando rientrava tardi, lo svegliava per sapere com’era andata la giornata e ogni mattina lo trascinava giù dal letto per andare a messa, perché Bizzo era uno che non ti mollava, non se ne andava nemmeno se veniva trattato male. «È bello poter avere un amico così, che ti abbraccia anche se tu lo tratti male», ha detto Marta di seconda media.

LEGGI ANCHE - Vacanze Cavalieri. C'è un vulcano in Val di Fassa

L’assemblea dell’ultimo giorno è stata la verifica di un’esperienza di comunione per i ragazzi e gli adulti. Qualcosa di grande è accaduto, altrimenti non si spiega come sia possibile che Simone, venuto senza conoscere nessuno, timido e silenziosissimo, si sia alzato per raccontare che cosa aveva scoperto: «Ho capito che non c’è bisogno di essere il migliore amico di qualcuno per essere completamente amico suo. In passeggiata se sei in difficoltà, un adulto ti dà i suoi bastoni o se sei triste arriva una ragazza e ti chiede: “Hai bisogno?”. Questa è una vera amicizia». E poi la lettera di Linda: «Mi hanno chiesto qual è stata per me la cosa più bella di questa vacanzina. Non sapevo cosa rispondere, ma ho pensato a tutte le domeniche quando dopo la Comunione, mi inginocchiavo e non sapevo cosa chiedere, e mi dicevo: “Quando andrò alla vacanzina lo saprò”. Come Rapunzel che aveva il desiderio di vedere le lanterne volare nel cielo, così anche io ho il desiderio di schiacciare “play”, di avere un cuore grande per cogliere tutto quello che Tu mi doni. Ma soprattutto desidero essere innamorata di Te, Gesù, perché sono sicura che una volta che lo sarò tutto sarà più bello, secondo me sarà come schiacciare “play” per sempre. Ora finalmente ho capito cosa chiedere a Gesù dopo la Comunione, ed è la stessa risposta che darò a chi mi chiederà qual è stata la cosa più bella della vacanzina».

Elena