Vacanze CL. «Per fortuna non l'ho "scampata"»

I soldi che non ci sono, l'albergo senza posti, la fatica dei mesi precedenti... Tante obiezioni che di fronte a quattro giorni in montagna con la comunità si sgretolano. Perfino durante «le "odiate" gite»

È arrivata la proposta della vacanza anche quest'anno. Ero sfinita, dopo un inverno faticosissimo. Mio marito dice: «Dai, sarebbe bello». Pongo le mie condizioni: non voglio chiedere soldi, o li abbiamo o non si va. Quindi ci iscriviamo, ma “in forse”.

I soldi alla fine ci sono. Ma scopriamo che in albergo non c'è più posto per noi e i nostri cinque figli... Dentro di me ho pensato: «Vittoria, l'ho scampata». Ma la faccia di mio marito era rabbuiata. Passerà, pensavo. Ma non passava. Una sera gli propongo di provare a cercare una soluzione per andare. Non lo avessi mai detto: in poche ore aveva trovato un appartamento per tre giorni, a sedici chilometri dall’albergo. Valige, ore di viaggio, una grossa spesa… Ma per cosa? Lui era raggiante. Ho ceduto: «Va bene, andiamo».

Appena arrivati, l’avvertimento: «Il vicino fa molte storie per i rumori: state attenti». Con cinque figli, da spostare tutti i giorni verso l’albergo... «Signore, ma come si fa?». E lui ha risposto. Da subito. Qualcuno si è preoccupato di rimediarci i posti per mangiare, altri la colazione rinforzata per i bambini dato che in appartamento non avevamo cibo. E poi è venuto Flavio a fare la testimonianza su Enzo Piccinini. Anzi, su di sé e del suo incontro con Cristo attraverso Enzo. Pasquale, ormai nonno di diversi nipoti, si è preso la briga di inventare storie da narrare ai bambini alla sera: «Che nervi: mi tocca alzarmi da tavola per portarli». Ma Filippo dice a tutti: «Se non è vero quello che ci diciamo anche per i bambini, allora non è vero per nessuno di noi». Ci vado. Per Pasquale “è vero”. Ci sto anche io. E mi diverto. E come me altri.

Poi ci sono le gite, tanto “odiate” . Marta, il mattino, alla partenza per la camminata, dice: «Bambini, con me». Stefano, il mio quarto di cinque anni, mi dice: «Mamma, vado anche io». E si fa la gita con loro. Alla fine io e mio marito rimaniamo con solo una figlia. Possiamo camminare! Dopo anni, arrivo anche io camminando da qualche parte. Che gioia! Vorrei cantare, ma non sono capace. «Non importa», mi dico. «Amici, proviamo?». In una decina cantiamo: una meraviglia. Sono io. Dopo anni e anni sono protagonista della mia vacanza, libera di essere me stessa.

Non abbiamo mai pagato così tanto per pochi giorni di vacanza. Eppure mai abbiamo speso soldi più liberamente e meglio. Non sono mai stata così puntuale ad ogni gesto, nonostante la distanza e i figli. E loro si sono fatti un sacco di amici che non vedevano l'ora di raggiungere al mattino. Cosa è accaduto? Gesù ha preso il mio cuore duro e ferito e gli ha detto: «Adesso tu, così come sei, stai con me».
Alessandra, San Marino