Milano. Davanti al semplice fatto

Il pomeriggio dei giessini a City Life per raccogliere fondi per le Tende di Avsi. In mezzo alla gente che va di corsa per il Natale, letture, canti e "qualcosa che ho intravisto"

È domenica 22 dicembre. Mancano tre giorni a Natale e la gente a City Life, uno dei nuovi centri urbani di Milano, è in giro per gli ultimi regali. Dopo giorni uggiosi, finalmente il sole splende. Neanche una nuvola. Noi, ragazzi di Gioventù Studentesca, ci troviamo in piazza Elsa Morante, nel cuore di City Life, con alcuni adulti per fare un percorso di letture e canti a partire dal Volantone di quest'anno, a sostegno della campagna Tende Avsi. Nel frattempo, altri ragazzi, sono in giro per la piazza con una scatola per raccogliere le offerte, andando ad incontrare tutte le persone. Durante il percorso riesco a vedere poco la gente che ascolta: c'è chi batte le mani, chi registra con il telefono, o chi si ferma un attimo per poi subito andare via. Finito il momento, vado dai miei amici per chiedere come sia andata. Vedo volti felici, occhi che ridono. «Quanto avete raccolto?». «Mah, cinque euro... Ma non è questo che conta!», mi dice Federico. «È più la gente che c'è, e che ti viene incontro». Poi incontro Davide che mi racconta: «È proprio bello! Incontri tutti, gente triste, gente felice... Però mi chiedo, che differenza c'è tra quello che sto facendo io e quello che farebbe una qualsiasi altra associazione di volontariato?».

Mi fermo un secondo e mi accorgo che qualcosa non va: «Ma io adesso ci sono? Io ci sono a questo gesto?». La risposta arriva da don Salvatore durante la predica: «Bisogna stare davanti a quello che è successo oggi, al puro e semplice fatto, senza aggiungerci niente».

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Alla fine, tra i vari scambi di saluti, cerco Francesca, le racconto la mia giornata, e le sue parole sono la risposta alla domanda di Davide: «È proprio vero, bisogna stare a quello che c'è senza aggiungerci nulla. Bisogna chiedere che questo Gesù nasca anche, e soprattutto, per noi, per me e per te, così come siamo».

Per me è questo il Natale: qualcosa che non capisco ancora, ma che ho intravisto e da cui sono totalmente “calamitato”.

Gabriele, Buccinasco (Milano)