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«Voglio essere felice ora»

La malattia del padre lontano e un bisogno che mette alle strette. E la scoperta che si può chiedere ciò che si desidera davvero solamente «davanti a Uno presente nella mia vita»

Il 31 luglio mi hanno detto che mio padre ha il cancro. È molto difficile per me stare di fronte alla sua malattia, perché i miei genitori vivono da soli in Italia e la pandemia ha reso i viaggi molto più complicati. Quello che mi è stato chiaro fin dall’inizio è il mio bisogno di essere felice ora. Non riesco a pensare alla mia felicità in futuro, quando questa situazione sarà finita. Voglio essere felice ora. Questo bisogno mi ha portato a mendicare come all’inizio. La frase che ho continuato a ripetere a me stessa è: «Se Cristo è con me, posso accettare anche il tumore di mio padre».

Dapprima è solo una serie di parole. E poi ricevi i segni. Il giorno dopo aver sentito la notizia della malattia di mio padre, stavamo rientrando a casa dalle vacanze e ci siamo fermati a trovare degli amici. Avevamo programmato la visita in anticipo, e anche se non ero dell’umore giusto per incontrare gente, abbiamo deciso di passare comunque. Abbiamo trascorso un bel pomeriggio, pranzando insieme e chiacchierando un po’. Poi, mentre tornavo a casa, mi sentivo davvero amata e abbracciata. Per me è stato un piccolo segno in risposta al mio bisogno. Sono stata chiamata a stare di fronte a una circostanza difficile, ma non posso negare che Lui sta rispondendo al mio bisogno. Quel pomeriggio è stato un punto di svolta per me. Mi sono sentita veramente amata e abbracciata da questi amici, e attraverso di loro mi sono sentita veramente amata da Lui.

Dopo quel pomeriggio ho incominciato ad avere un dialogo con il Signore. Gli ho detto: «Accadrà secondo la Tua volontà, ma io devo dirti quello che voglio. Non so quali siano i tuoi piani, ma ti dirò quello che voglio». Mi ha liberato affermare ciò di cui ho bisogno davanti al Signore.

Ho potuto chiedere al Signore quello che volevo perché, dopo quel pomeriggio con i miei amici, ho riconosciuto che avevo davanti a me una Presenza. Non potevo chiedere a Uno che non è presente nella mia vita. È la stessa cosa che vedo nella mia figlia più grande, quando mi dice che ha fatto qualcosa di sbagliato. Ha paura di dirmelo perché sa che potrei arrabbiarmi. Ma una volta che me lo ha detto, si sente meglio. E riesce a dirmelo perché è sicura del rapporto con me.

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Ho sperimentato che solo il riconoscimento di Cristo che accade ora mi salva. Il punto non è che c’è Cristo e quindi la realtà diventa buona, ma piuttosto che la realtà è inaspettatamente buona perché mi parla di un rapporto con Lui. E io posso riconoscere Cristo che accade ora solo se grido tutto mio bisogno di essere felice.

Silvia, New York (Stati Uniti)