«Qui c'è tutto il mio salvadanaio»

In Svizzera la Colletta Alimentare, con alcune restrizioni, è stata possibile come gli altri anni. Alcuni ragazzi delle medie di Lugano hanno partecipato da donatori, portando le offerte dei parenti e le proprie. Un gesto che è paradigma della vita

Anche quest’anno più di cinquanta Cavalieri del ClanDestino, ragazzi dalla prima alla quarta media di Lugano, hanno partecipato alla Colletta Alimentare. Non potendo fare dei gruppi di volontari troppo numerosi, date le disposizioni cantonali per la pandemia, abbiamo proposto ai ragazzi di partecipare insieme come donatori. Abbiamo chiesto di aderire al gesto utilizzando una parte della loro paghetta settimanale e, divisi in piccoli gruppi, abbiamo fatto la spesa da donare al Banco.

Ogni mezz’ora, per tutto l’arco della giornata, partiva un gruppo: c’era chi spingeva il carrello, chi vi poneva con cura gli alimenti, chi teneva i conti con la calcolatrice e chi selezionava i prodotti confrontando qualità e prezzi.
Durante la spesa i ragazzi si chiedevano cosa avrebbero desiderato ricevere loro, immedesimandosi col bisogno dell’altro, scegliendo quindi i prodotti più adeguati.
Avevano addosso una gioia immensa; un gruppetto ha voluto addirittura fare “due giri” per non sprecare i pochi franchi avanzati dalla spesa appena fatta.
I soldi raccolti prima dell’inizio della spesa erano sorprendentemente tanti. Oltre ai loro risparmi, alcuni ragazzi, hanno portato le offerte di nonni, zii, genitori, coinvolgendoli così nel gesto che stavamo facendo.
Sono tanti gli episodi che ci hanno colpito. Una ragazza, ad ese
mpio, ha lasciato cadere nel sacchetto una cascata di monetine, dicendo: «Scusate, ma quando mi davano la mancia per i lavoretti che facevo o per i denti che mi cadevano, mi davano solo spiccioli. Qui c'è tutto il mio salvadanaio».

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Siamo tornati a casa con il cuore pieno di gratitudine e ancora più coscienti del tema che abbiamo appena affrontato durante gli incontri con il ClanDestino: “Io non voglio vivere inutilmente”.
La giornata della colletta è paradigmatica di quello che può essere la vita: un continuo dono di sé, che non vuol dire perdere se stessi, ma anzi esserlo molto di più e di questo ne è prova il fatto che uno torna a casa felice.

Chiara, Martino, Beba, Bizza, Cate, Sam, Lugano (Svizzera)