(Foto: Dylan Nolte/Unsplash)

La riffa di Pasquetta

L'adozione a distanza con Avsi. Ma per Antonella non basta. Dice al marito: «Finisce tutto tra me e te?». Così nasce un'idea per la campagna tende di Avsi. Che mobilita dalle Marche alla Lombardia, fino alla Sardegna. «Liberi di chiedere e di donare»

Un incontro online sulla campagna Tende Avsi. Ospite Antonino Masuri, responsabile del sostegno a distanza in Kenya. Sono colpita di nuovo da chi dice che con Gesù si può far compagnia a tutti, si può affrontare qualsiasi bisogno senza temere. Con mio marito pensiamo di fare un’altra adozione a distanza. E poi mi dico: finisce tutto a casa? Ce la giochiamo io te? Non mi basta e allora lancio un messaggio ad alcuni amici e chiedo se ci stanno a fare qualcosa. «Magari per Pasqua», risponde Laura. «Assolutamente sì», dice Francesco. «Giusto per passare una serata insieme con gli amici e raccogliere qualche donazione», penso io. Ma mancano solo sette giorni. Abbiamo appena il tempo di una notte per un’idea semplice e veloce. Il giorno seguente si parte con un volantino “fai da te”, e l’idea è partorita: “Riffa di Pasquetta”. Reclutiamo Luisella, che parte a spron battuto.

Con qualche telefonata raccogliamo buoni pizza, buoni colazioni, cioccolatini, cosmetici, una giornata agli stabilimenti al mare, porzioni di lumachine da asporto… e poi il colpo di genio: mettiamo in palio una cena a casa nostra, per quando sarà possibile chiaramente, tanto la proposta è per gli amici. Ma non è così, perché in poco tempo la cosa si allarga e i numeri della riffa girano per Marche, Lombardia e Sardegna. Diventano l’occasione per ricontattare amici che da tempo non si sentono, colleghi di lavoro, vicini di casa, parenti e genitori degli alunni. E diventiamo spettatori di una generosità e di una umanità inaspettata. C’è chi ha dato tanto e ha detto: «Scusate, di più quest’ anno non posso»; chi avrebbe desiderato mettere a disposizione i premi, chi ha chiesto di essere sempre coinvolto in queste iniziative. Bambini che hanno usato i loro risparmi (anche perché il pranzo dalla maestra era fortemente ambito), altri che si sono prestati a diffondere la voce.
Così in sei giorni vendiamo quasi 200 biglietti, tante donazioni e un gran divertimento al solo pensiero di ospitare amici di amici di amici a cena. Arriva Pasquetta, si vendono numeri fino alla fine e si conclude su Zoom con l’estrazione dei numeri vincenti.

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Fatto, finito, ma ora è tutto più chiaro: siamo capaci di cose grandi quando, mossi nel cuore, non facciamo resistenza a ciò che accade. È stato un gesto di carità che ci ha reso protagonisti, ci ha fatto uscire da noi stessi, in un momento dove è facile chiudersi. Liberi, veramente liberi nel chiedere e nel donare. Una sorta di virus buono che prende l’anima, ha tante varianti e, possiamo testimoniarlo, altamente contagioso.
Antonella, Ostra (Ancona)