Il Monte Rosa (Foto Unsplash/Samuel Ferrara)

Vacanze. La miniera d'oro

La convivenza Macugnaga, alle pendici del Rosa, per un gruppo di ragazzi delle medie che vivono l'esperienza del Graal. Così Emma racconta quello che ha visto accadere in quei giorni

La domanda che ci ha accompagnato durante la vacanza dei Cavalieri (l’esperienza cristiana dei ragazzi delle medie, ndr) è stata: «Cosa desidero più di tutto?». Dopo circa tre ore di pullman siamo arrivati a Macugnaga e subito ci hanno detto di mettere nello zaino delle giacche pesanti. Non sapevo cosa aspettarmi, ero ancora intontita dal viaggio. Il luogo misterioso era una miniera d’oro, con temperatura a 9 gradi. La guida ci ha svelato i piccoli trucchi che usavano i minatori per scovare l’oro e quanto fosse impegnativa la vita in miniera; ci ha anche indicato dei muschi che riescono a vivere sotto terra e senza la luce, segno di una vita che nasce e resiste dove meno te lo aspetteresti.

Alla sera, è venuto Matteo, che ci ha aiutato con la sua chitarra a fare un momento di canti e di festa. Si è fatto un bel viaggio in macchina per venire e stare con noi solamente poche ore. E io mi sono chiesta: perché? Dopo, ho proposto a Giò, uno dei responsabili della vacanza, e a una mia amica di andare insieme a vedere l'alba la mattina seguente. Al freddo l'attesa si faceva sempre più lunga. Ad un certo punto, Giò si è girato e ha notato che la vera bellezza stava accadendo alle nostre spalle: il Monte Rosa si colorava. Io da sola non me ne sarei mai accorta, avevo bisogno di qualcuno che mi indicasse dove guardare.

Venerdì, dopo una gita con destinazione mozzafiato, dopo esserci ritrovati a piccoli gruppi per raccontarci come avevamo vissuto la giornata, ci aspettavano gli europei di calcio: Italia-Belgio. Io non ho mai amato restare seduta per così tanto tempo a vedere i calciatori dietro ad un pallone e perciò già pensavo a come avrei riempito quel tempo. A causa del freddo, che c’era fuori, e per il fatto che tutti i miei amici volevano guardare la partita, sono rimasta lì con loro. A fine giornata, ho ripensato alla domanda del giorno: io di cosa ho bisogno? Anche se era ora di andare a dormire, io stavo ancora esultando per la vittoria della mia nazione ed era come se fossi stata ancora lì a festeggiare con i miei amici; ed è stato in quell’istante che ho capito che io ho bisogno di amici come questi, che mi aiutano ad amare anche una cosa che detesto.

Sabato è stata dedicata ai giochi. Dopo cena, una ragazza di Brescia mi ha chiesto se volevo andare con loro a vedere l’alba e mi ha invitato a proporlo agli amici di Cremona. La mattina, mi sono alzata molto presto per fare il giro di tutte le stanze a svegliare chi voleva venire. Non mi sembrava vero, ero insieme a tante persone che, magari, non conoscevo, ma a cui volevo bene, ad ammirare una cosa che mi piace tanto. Io, anche quando sono a casa, vado spesso ad assistere all’arrivo del sole, ma non è assolutamente la stessa cosa farlo da sola o in compagnia.

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Domenica, ultimo giorno, ci siamo riuniti per raccontarci come avevamo vissuto quei quattro giorni. «Da un’amicizia così non voglio più andare via. Desidero non accontentarmi di cose con un valore inferiore a questo», ha detto Benedetta. E Laura: «Ho compreso cosa grida il mio cuore» ed è ciò che ho capito anche io in questi giorni. Al termine della vacanza, ho intuito il motivo che ha spinto Matteo a venire la prima sera: questa amicizia è più forte di tre ore di macchina, di una fatica nel dire di “sì”. Dopo questa esperienza ricca di compagnia, io voglio viverla fino in fondo questa vita, questa avventura.

Emma, Cremona