Lo scopo? «Mettere in gioco se stessi»

Al Politecnico di Milano va in scena la "Sagra della Matricola". Tra uno spritz e una cantata, spunta anche il rettore Ferruccio Resta per un saluto. E molti chiedono: «Perché vi siete spesi per questa festa?»

Ore 17.00, manca poco più di un’ora all’inizio della Sagra della Matricola. Quasi un centinaio di maglie gialle si muovono su e giù per il Trifoglio, l’edificio nuovo del Politecnico di Milano. C’è chi corre ad appendere striscioni, c’è chi sistema quasi maniacalmente i tovaglioli e i bicchieri sui tavoli, c’è chi prepara litri di spritz da distribuire alle matricole... Tutti tesi ad organizzare la serata.

Ore 18.30, iniziano a spuntare già un po’ di facce sconosciute: le prime matricole spaesate. Poi tutto si ferma, si palesa il nostro rettore, Ferruccio Resta che ci ricorda di vivere il più possibile gli spazi dell’Università perché quello è il luogo dove noi possiamo crescere adesso. Inizia la cena: tra un piatto di lasagna e una bottiglia di birra, si gioca a battaglia navale tra i tavoli e, dopo un «colpito e affondato», la flotta di matricole e maglie gialle si sposta all’ultimo piano per cantare insieme alla band.

In tanti ci hanno chiesto «Perché vi siete spesi così tanto per organizzare questa festa?».
Per rispondere a questa domanda non possiamo non citare la Giornata di Inizio Anno:
«[...]non è in gioco innanzitutto e direttamente un buon andamento della società, una possibilità di convivenza più umana, [....]. Non è questo. Perché se fosse direttamente questo, potremmo inventare un partito. Comunque, il nostro movimento ha immediatamente e direttamente un altro scopo: mettere in gioco noi stessi, la nostra persona…».

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Ci siamo mossi perché, in questa compagnia, riconosciamo il valore di mettersi in gioco e la convenienza di dare la propria vita per l’altro. I giorni precedenti eravamo già grati e le facce contente dei nostri amici e delle matricole ci hanno testimoniato ulteriormente questa convenienza. Ciò che resta della serata, non è un entusiasmo che sta svanendo, ma un desiderio di vivere così tutte le nostre giornate avendo intuito un metodo: seguire chi ha più chiaro il valore di giocarsi.

Ore 00.00, avevamo il cuore così pieno dalla serata che non potevamo andare via senza “Memorare”.

Alessandro, Marta, Daniele, Milano