La messa del mattino

La strada scelta ogni mattina

«Vivere intensamente il reale». Partendo da questa provocazione e da un desiderio profondo, un gruppo di giessini ha iniziato ad andare a messa prima di entrare a scuola. Il racconto di uno loro

Un giorno mi sono imbattuto in una frase di don Giussani che mi ha fatto riflettere sulla mia sfida di studente: «Tutte le mattine siamo costretti a scegliere fra un tutto che finisce nel niente [...] e la vita che ha uno scopo». Quando ho letto queste parole mi è stato fin da subito evidente come il desiderio di vivere intensamente il reale non potesse essere solo mio. Perciò ho cercato di confrontarmi con un amico con cui potessi davvero riconoscermi umanamente. Con questo intendo qualcuno che comprendesse il mio desiderio fino in fondo, fino al suo significato originario, ossia il rapporto con il Destino.

Ho preso il telefono e ho chiamato Daniele, un amico di Gioventù Studentesca. Anche lui, esattamente con i miei stessi parametri, viveva l’ansia di dover iniziare questo ultimo importante anno di studi senza un conforto, un paragone affidabile per l’esperienza. Così, ripensando al ritiro spirituale a cui avevamo partecipato durante la Quaresima, ci è venuta in mente l’unica cosa che può davvero reggere di fronte ai compromessi del quotidiano: l’Eucaristia. Siamo andati da Serena, nostra responsabile di Gs a Sanremo, e abbiamo fatto la proposta: una messa tutte le mattine prima di scuola. Parlando con lei ci siamo resi conto che lo facevamo «per strappare agli amici, e se fosse possibile a tutto il mondo, il nulla in cui ogni uomo si trova», e così è stato.

LEGGI ANCHE Andrea Mencarelli. «Eccomi»

Anche altri ragazzi, nonostante spesso non ne siano coscienti, convivono con questo desiderio di bello, di vero, di giusto. E questo desiderio c’è sempre, ogni giorno. Ci vuole solo qualcuno che ci aiuti a cercarlo, o che, semplicemente, lo cerchi insieme a noi. È un metodo. Dopo qualche settimana di organizzazione, lunedì 25 ottobre, alle 7, presso la chiesa di San Luigi Orione, che è di fronte al nostro liceo, il Vescovo, monsignor Antonio Suetta, ha celebrato per una quindicina di ragazzi e professori, la prima messa. Come si può non avere speranza davanti ad un gruppo di amici, anche se pochi, con cui affidare la fatica dello studio? Durante la celebrazione ho capito che nella Chiesa non importa quanti si è, ma quello che vale, e soprattutto che fa reggere il sì in risposta alla domanda di fede, è l’esserci, coscienti del fenomeno originale, ossia Cristo. Ed è originale perché solo Uno nella storia ha detto: «Io sono la Via, la Verità e la Vita». E noi, tutte le mattine, vogliamo seguire questa strada per la salvezza.

Filippo, Sanremo