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Ucraina. «Stasera ho incontrato le stelle»

Un professore di Napoli ci ha girato il messaggio che ha ricevuto da un suo ex alunno ucraino, che da qualche anno è tornato nel suo Paese. Gli anni a scuola e quel momento nel coprifuoco con lo sguardo al cielo...

Andrij, mio ex alunno ucraino, sin da piccolo ha dovuto subire il dolore della separazione dei genitori. La mamma, di origine russa, laureata in Chimica, è venuta a lavorare in Italia come badante e lui fino a 13 anni, quando ha potuto raggiungerla, è rimasto col padre in Ucraina. Arrivato a Napoli, Andrij ha frequentato l’istituto professionale dove insegno. In quinta superiore ha dovuto affrontare esperienze dolorose, prima la malattia e morte della madre e poi, tornato in Ucraina, quella del padre. A 21 anni era orfano di entrambi i genitori. Nonostante tali drammatici eventi, è riuscito ad affrontare la vita, aggrappandosi alla sua fede: si è sposato, è diventato padre ed è riuscito a costruire una piccola casa. Sembrava che la vita infine gli “sorridesse”. Ma poi è scoppiata la guerra. La città dove abita si trova vicino a Kiev. Per cercare di proteggere la famiglia, si è rifugiato a Leopoli, ospite di amici. Nonostante tutto ciò, pochi giorni fa mi ha inviato questo messaggio:


Prof, durante gli anni in cui sono stato vostro alunno, grazie alla vostra paterna amicizia, ho imparato (e sto sperimentando sempre più) che il male non potrà mai vincere sul bene. A noi è chiesto solo di pregare affinché la speranza sia sempre viva. I sentimenti da me espressi non sono astratti, sono diventati per me, nel tempo, un’esperienza reale che mi dà vita. Come testimonianza di ciò mi fa piacere raccontare questo episodio. Ogni sera c'è il coprifuoco e, quando alle 18 staccano l’illuminazione pubblica, tutto è avvolto dal buio e tra la gente serpeggia una grande paura. Anche mia moglie è impaurita ed è molto preoccupata per la sorte dei suoi genitori che vivono a Mariupol. Non riuscendo a mettersi in contatto, non sa se siano vivi. Una sera, mia figlia Maria, forse avvertendo un clima più triste del solito, si è messa a piangere perché voleva la sua bambola preferita che aveva dimenticato in auto. Quindi, verso le 22 sono uscito di casa per recuperarla, con la speranza di consolarla. In strada era tutto buio e nel camminare verso l’auto ho avvertito un senso di tristezza e di paura. Per non inciampare, ho fatto un po' di luce con il cellulare. Dopo aver preso la bambola, nel rientrare, involontariamente ho alzato lo sguardo verso l'alto e mi sono accorto che nel cielo c'erano migliaia di stelle che brillavano come io non avevo mai visto. Non ho potuto non fermarmi ad osservare quello spettacolo. Devo confessare che mi sono commosso. Quando sono rientrato in casa, mia moglie mi ha chiesto: «Andrij, come mai hai tardato? Mi hai fatto preoccupare». Poi ha aggiunto: «Che strano, sembri più contento. Hai incontrato qualcuno?». Le ho risposto: «Sì, hai proprio ragione, davvero sono felice. Stasera inaspettatamente ho “incontrato” le stelle».

Leonida, Napoli