La mostra allestita a Chiavari

Chiavari. Per quell'unica ora

La disponibilità a presentare la mostra di Famiglie per l'Accoglienza nella sua città, il tempo impegnato per prepararsi, i turni che saltano. Barbara racconta quello che ha scoperto, anche se ha fatto da guida solo a tre visitatori

Un paio di mesi fa, un amico mi ha chiesto la disponibilità a fare da guida per la mostra "Non come ma quello, la sorpresa della gratuità" di Famiglie per l'Accoglienza che sarebbe stata allestita nella nostra città. Non conoscevo la mostra, ma già l'anno scorso avevo fatto da guida alla mostra su Rose Busingye e le donne di Kampala, Uganda, ed era stata un'esperienza bellissima: poter studiare e conoscere meglio quelle storie, lasciarmi interrogare dalle loro vite e poterle raccontare ad altri mi aveva chiarito quello che desidero per me, ovvero riconoscere, abbracciare e raccontare a tutti Cristo presente nell’umanità di alcuni grandi testimoni.

Con questo desiderio - e perché non si può dire di no a certi amici - ho dato la mia disponibilità. Al primo incontro di presentazione mi trovo davanti il primo scoglio: si tratta di una mostra di opere d'arte. Non ne so molto, anzi, spesso faccio fatica a capire certe opere. Così, mentre Laura ci spiegava il contenuto della mostra, l'agitazione aumentava: passino i quadri e le foto, ma davanti a Spore, Dima 13 di Steiner, Origine di Beatriz Zerolo o Mille stelle e oltre di Matteo Negri ero nel panico... Ho incominciato a informarmi, ho chiesto quello che non mi era chiaro e ho continuato a studiare. E sono di certo più le ore che ho passato così che quelle trascorse a presentare la mostra.

Nei giorni precedenti l'apertura della mostra vengono cancellati quasi tutti i turni in cui mi sono segnata: uno coincideva con l'orario dell'incontro sull’evento, poi il Comune ci comunica una riduzione di ore di apertura dei locali che ci ospitano. Mi rimane da coprire un unico turno di un'ora sola. Ho presentato la mostra a tre persone in tutto, avendola studiata per ore e ore. Un vero fallimento in termini di efficienza produttiva.

Eppure, se penso a me e alla mia vita, che dono è stato! Ho avuto modo di conoscere nel dettaglio la realtà di Famiglie per l'Accoglienza, di cui fanno parte da anni anche alcuni amici; ho potuto scoprire cose che non sapevo; ma soprattutto ho potuto imbattermi in testimoni di fede e di umanità, persone che credono in Gesù sempre presente nelle loro vite, al punto da accogliere chiunque ne abbia bisogno.

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Con questa mostra Famiglie per l'Accoglienza non ci ha messo davanti solo alla suo cammino lungo quarant’anni e neppure a tutte le sue incredibili storie di accoglienza e di amore, ma ha voluto abbracciarci, farci sperimentare "Quello" che le famiglie che seguono l’associazione vivono tutti i giorni: uno spettacolo di umanità in cui le ferite vengono attraversate ed abbracciate dalla Presenza del Signore, che le trasforma in una bellezza riconoscibile e desiderata da tutti.
Barbara, Chiavari (Genova)