Cile. «Quel dono che già viviamo»
Le vacanze della comunità di CL ai piedi del vulcano Chillán, tra le gite, le testimonianze e l'ascolto di canti russi e locali. Con l'evidenza «di una Presenza che sta accadendo ora nella nostra vita»Tra il 1° e il 6 febbraio di quest’anno, un gruppo di circa 150 persone del movimento si è ritrovato in alcuni cottage a Las Trancas, ai piedi del vulcano Chillán per una vacanza insieme. A partire dal titolo, “Un nuovo modo di vedere”, nelle testimonianze e nelle presentazioni che abbiamo ascoltato, è stato chiaro che questo nuovo sguardo sulla realtà non proviene dalle nostre forze, ma da una Presenza che sta già accadendo nella nostra vita.
Ci è stato evidente ascoltando la testimonianza di Rosetta Brambilla (appartenente ai Memores Domini che vive da sessant’anni a Belo Horizonte, Brasile), che ha condiviso con noi parte della corrispondenza avuta con don Giussani nei suoi primi anni di missione: «Confidate nella forza di Dio che saprà sempre farvi riprendere da ogni debolezza e superare ogni momento di buio. Cristo è colui per il quale tutto è stato fatto e Cristo è la ragione della vostra vita: dedicatevi a lui con decisione totale». E in un dialogo sull’educazione con Luisa Cogo (una Memor che da quarant’anni si dedica all’insegnamento in Italia), abbiamo scoperto che è possibile rispondere “sì” alla realtà quando c’è una sovrabbondanza nel cuore, che quando scopre ciò per cui è fatto, è in grado di accompagnare gli altri perché diventino ancora più se stessi. E la cosa più bella, ci ha ricordato, è che non siamo noi a cambiarci (e tanto meno i ragazzi!), ma il Signore che già cammina con noi, incarnato nella comunità.
La centralità del rapporto con il Mistero è stata anche la chiave di lettura per ascoltare davvero alcuni canti russi, tratti dalla collana Spirito Gentil, che alcuni amici ci hanno suggerito. In questa musica, proveniente da una cultura così lontana dalla nostra, abbiamo riscoperto il valore della comunità, che nasce dal guardare insieme al Mistero. Si canta insieme per la coscienza della comunità, al punto che «un solista è capace di dimenticare la sua melodia se la comunità corale non canta nello stesso momento», dice un cantante russo in un’intervista a proposito di questi brani popolari. È come se l’io acquistasse una voce che diventa ancora più bella, che gli dà la sua identità, solo quando appartiene a una comunità che gli ricorda la melodia che solo lui può cantare.
Altri momenti preziosi sono stati la presentazione del libro autobiografico di Takashi Nagai, Ciò che non muore mai, e due spettacoli musicali dove alcuni amici musicisti ci hanno regalato il loro tempo e il loro talento per farci godere della bellezza delle canzoni scritte da don Anastasio (un sacerdote della Fraternità San Carlo, morto durante la pandemia), e di canzoni di autori cileni come Tata Barahona, El Árbol de Diego, Víctor Jara e Nano Stern.
In quei giorni in tutti noi è emerso il desiderio, espresso durante l’assemblea finale, di una unità della vita, della nostra comunità, facendo eco all’appello che Papa Francesco ci ha rivolto a Roma nell’ottobre 2022. Padre Lorenzo ci ha aiutato a capire che l’unità è un dono di Cristo che abbiamo già ricevuto e quindi già viviamo. L’unità è un dono e il contributo che possiamo dare è quello di aprirci a ricevere la bellezza di Cristo, da cui nasce la bellezza della comunione. Per dirla con le parole di don Giussani, tratte da una delle lettere che Rosetta ha condiviso con noi: «Ama Gesù Cristo Rosetta, con tutta te stessa e abbi carità per tutti – fino a spaccare il tuo cuore».
LEGGI ANCHE- Il Papa a CL: «Custodite l'unità»
Il modo concreto in cui ci si apre a questa bellezza è il perdono, perché, in un certo senso, noi tradiamo l’unità ogni giorno. Abbiamo bisogno di metterci in gioco ogni giorno, di tornare sempre allo sguardo di Cristo, non per cambiare ciò che non siamo, ma per diventare veramente ciò che siamo. Perché solo la brocca che è disponibile a essere riempita è poi in grado di innaffiare e irrigare la terra e i semi che stanno attorno.
Bárbara, Cile