La visita notturna nella Valle dei Templi

La fede non va in pensione

A Porto Empedocle (Agrigento) una vacanza dedicata a nonni e anziani per approfondire il senso di questa particolare «età della vita» (Guardini). Tra impreviste amicizie e una rinnovata responsabilità del primo incontro

Le vacanze svoltesi a Porto Empedocle (AG) dal 18 al 21 luglio di quest’anno sono state pensate e organizzate per venire incontro a quanti per vari motivi (età, salute, disponibilità di tempo) non avrebbero potuto prendere parte a quelle organizzate dalle comunità della Sicilia nel mese di agosto.

Si è partiti dal desiderio di fare un'esperienza di convivenza rivolta prevalentemente alla fascia generazionale dei nonni e degli anziani, avendo a cuore non solo un programma che tenesse conto delle loro energie fisiche, ma che costituisse anche un'occasione di riflessione per questa particolare «età della vita», come la chiama Romano Guardini in un suo libro, nel cui ultimo capitolo intitolato: «Diventare vecchi», l’autore si chiede se la vecchiaia sia solo la conclusione della vita, dopo la quale non viene più nulla, oppure abbia un senso proprio, e se non abbia persino un senso buono e profondo.

Ciò non ha impedito che nel programma fossero previste due visite: quella in notturna nella Valle dei Templi di Agrigento o l’altra ai luoghi della vita e dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, nella vicina Canicattì. La visita a Casa Livatino ha comunicato con immediatezza l’umanità e il senso della vita del giudice che ivi ha trascorso gli anni fino alla sua morte. Merito anche di Claudia Vecchio che è la presidentessa dell’associazione Casa Giudice Livatino la quale, pur non avendo conosciuto il Beato Rosario, ha deciso di lasciare la Calabria ove abitava e venire a svolgere a Canicattì questo insostituibile servizio di testimonianza e dedizione.

L’illustrazione del tema delle vacanze di quest’anno: “Ecco il paradosso: la libertà è la dipendenza da Dio” affidata a don Salvatore Scribano, una delle figure storiche del Movimento a Catania, è stata efficace ed utilissima perché ha aperto molte prospettive nelle quali, l’indomani, si è inserito con assoluta continuità Cesare Pozzoli, vice presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Cesare, non potendo venire a Porto Empedocle, ha rivolto ai presenti, e ai molti che erano collegati online, una testimonianza a partire dalla frase di papa Francesco «Rut insegna che all’invocazione “non abbandonarmi!” è possibile rispondere “non ti abbandonerò!”». Essa è tratta dal messaggio del Papa in occasione della IV Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani del 28 luglio 2024. Cesare ha richiamato tutti a quella responsabilità personale che, suscitata in ciascuno di noi nel primo incontro con il Movimento, magari di molti decenni or sono, si esaurirà solo con il compimento della vita.

Il programma della tre giorni ha avuto un lungo periodo di “gestazione” nei mesi precedenti durante i quali, per una serie di favorevoli e casuali circostanze, si sono incontrate e riconosciute le esperienze dell'Associazione Nonni 2.0 e la Federazione dei pensionati della Cisl. Ciò ha fatto sì che vi abbiano preso parte anche Peppino Zola, presidente dell’Associazione, accompagnato da Maurizio Radaelli e da un gruppo di dirigenti e militanti dei pensionati della Cisl siciliana. Da questo incontro, che è divenuto amicizia, è nata l’idea di presentare durante le vacanze la seconda edizione del Concorso nazionale "Io e i miei nonni", che, promossa dall’Associazione Nonni 2.0, ha visto la condivisione della Federazione regionale pensionati Cisl, e del Comune di Agrigento in occasione dell’anno nazionale della cultura. Infatti, l’evento si è tenuto nel Foyer del Teatro dei Templi. L’iniziativa ha riscosso un tale interesse che da parte dell’amministrazione comunale è venuta la proposta di renderla stabile e annuale con sede ad Agrigento.

In preghiera sulla tomba del giudice Rosario Livatino

Un altro momento particolarmente significativo, anche perché in parte imprevisto, è stato l’incontro con il l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano. Gli avevamo inizialmente chiesto di celebrare la Messa, ma ci ha voluto accompagnare prima nella visita del Museo Diocesano e della bella Cattedrale agrigentina e poi si è intrattenuto con noi a cena e dopo cena. Nella circostanza ha dato una sua personale testimonianza del giudice Livatino, sottolineando come la sua santità abbia avuto origine unicamente nel suo Battesimo. Ci è tornato in mente quanto ebbe a dire don Giussani al Sinodo dedicato ai laici negli anni ’80: il fatto sacramentale è all’origine della vita cristiana e della santità del laico. Poi largo spazio a ogni domanda cui non si è sottratto anteponendo sempre la sua testimonianza di fede e la sua cordialità.

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Siamo tornati a casa con una rinnovata responsabilità e con un immutato desidero che quanto accaduto, magari tanti anni fa, proprio perché ancora vivo, è in grado di essere comunicato a tutti. L’amicizia scaturita con alcuni della Cisl è uno degli esempi che si possono citare ed è anche uno stimolo per ricordare che si può andare in pensione dal lavoro, ma mai dalla testimonianza della fede.
Francesco Inguanti