Foto Archivio Meeting

«Quando nulla è in mano mia»

Doveva essere volontaria al Meeting con i ragazzi di GS. Ma le cose per Chiara sono andate diversamente. Eppure quella "amicizia fra i popoli" la si può costruire anche da un letto di ospedale

Sarei dovuta andare a lavorare al Meeting come volontaria insieme a un gruppo di ragazzi di GS. Ma il 15 agosto mi sono ammalata. Fin da subito mi è stato chiaro che non sarei guarita in tempo. È iniziata così la spasmodica ricerca di qualcuno che prendesse il mio posto e che li accompagnasse. All'ultimo, un mio amico si offre: uno dei miei ragazzi lo conosce e glielo chiede. Per amicizia, Andrea accetta. Che commozione vedere dire sì per un'affezione così a un luogo e a un volto preciso.

Nel frattempo mi convinco che nel giro di due giorni sarei comunque potuta andare anche io. Niente di più sbagliato. Vengo ricoverata in ospedale a Vimercate dove rimango fino a sabato 24: polmonite acuta, poca ossigenazione.

Avevo già organizzato tutta la settimana, avevo guardato mostre e incontri al Meeting e avevo scelto cosa mi interessava e cosa proporre ai ragazzi: all'improvviso niente è stato più in mano mia. E allora da lunedì mi ha accompagnato un verso di Isaia (55,8): «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie»; accettare che il tempo è di un Altro non è stato semplice. Ma poi, piano piano, Uno si è fatto vivo in una nuova quotidianità fatta di flebo, oss, infermieri, medici e anche attraverso la signora in stanza con me.

LEGGI ANCHE - «Niente è più reale dell'incontro con Cristo»

Non sono andata al Meeting, ma qui nel reparto Tulipano Rosso ho scoperto che ognuno contribuisce alla creazione di quell'amicizia fra i popoli come può. Anche ascoltando la propria vicina che racconta la propria vita per ore.
Chiara, Monza