Francesca Cabrini

Lucetta ScaraffiaPaoline - Milano 2003
Pagine: 196


A 30 anni Francesca Cabrini fonda le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù; a 39 comincia la sua irrefrenabile missione: praticamente, quasi una fondazione all’anno - tra asili, orfanotrofi, case di cura e scuole - dall’Italia agli Usa; all’Argentina; Spagna, Londra e Parigi. A 67 anni, muore a Chicago
lasciando un modello di vita religiosa femminile nuovissimo, perché caratterizzato da una completa disponibilità missionaria, pari a quella degli ordini maschili: la sua “emancipazione” consistette nella più radicale dedizione ai bisognosi che incontrava. Considerata la prima santa americana; patrona di tutti gli emigranti; canonizzata nel 1946; così parlava: «Sento
in me una forza di leone per andare avanti. Il nostro istituto cerca la salvezza del prossimo con tutti i mezzi che la carità e lo zelo possono suggerire».
Lo zelo di madre Cabrini era smisurato, perché smisurato era il suo affetto verso i bisognosi. Altrimenti non si spiega il fatto che i luoghi dove lei fondò i vari istituti fossero particolarmente belli, non edifici modesti, o in quartieri degradati. Commenta la Scaraffia: «È come se oggi, arrivata a Roma per fondare un ospedale, la Cabrini decidesse di tramutare l’Hilton in ospedale per gli emigrati extracomunitari. Non c’è niente di ragionevole
nelle sue scelte, che possono apparire a prima vista esagerate, ma solo amore per i suoi protetti, ai quali la Cabrini voleva assicurare il meglio (e ci riusciva)».
Gli ultimi saranno i primi, leggiamo nel Vangelo: madre Cabrini non ha lasciato al Paradiso questa profezia, ma l’ha fortemente voluta già in questo mondo.