L'Aquila.

DIARIO DA L'AQUILA Tra le macerie, una corrispondenza

Marco vive vicino a L'Aquila. Ecco il suo racconto giorno per giorno, dalla notte del terremoto alle giornate seguenti. Di come riparte la vita degli amici del movimento dell'Abruzzo
Marco Gentile

6 aprile
Notte ore 3.40. Non è esattamente l’imprevisto che ti aspetti. Avevo già programmato i prossimi giorni: lunedì sera con Grazia e Lucilla per condividere gli ultimi dettagli per la partecipazione di 8 nuovi ragazzi al triduo di Gs. Martedì e mercoledì in Svizzera per lavoro poi a casa in tempo per il Giovedì Santo. Venerdì Via Crucis. Poi si parte per passare le vacanze di Pasqua in agriturismo al nord.
Dopo il primo attimo di smarrimento, paura ed incredulità comincio a chiamare gli amici per sapere come stanno. Siamo particolarmente preoccupati per gli universitari; abitano tutti in centro e le prime notizie oltre che la polvere che si sente nettamente nell’aria non indicano niente di buono.
È una notte di centinaia di telefonate sia per rassicurare sia per cercare notizie. Alla fine riusciamo ad avere la situazione chiara: nessuno dei nostri amici è ferito o peggio.
Riesco anche a parlare con Federica, mia figlia grande che è negli Stati Uniti; incredibile sa già del terremoto, sono le 4.30 di mattina e la CNN ha già battuto la notizia.
Do una occhiata alla mia casa: i comignoli sono caduti, ci sono crepe, ma nel complesso ha tenuto. Intanto si susseguono le scosse di assestamento.
Vado in azienda; anche lì un disastro: la centrale elettrica di trasformazione è saltata e non c’è corrente, ci vorranno settimane per ripartire.
Arriva a trovarci Ercole, da Teramo. I miei figli chiedono insistentemente di andare a dormire lontano da L’Aquila. Accogliamo l’invito di Ercole e andiamo a passare la notte a Teramo. L’idea di trasferirsi fino a data da destinarsi si affaccia alla mia mente.
Daniela mia moglie mentre cerchiamo di prendere sonno mi dice che non possiamo stare lontani da casa: là ci sono ancora i nostri amici, i nostri vicini, cerchiamo una soluzione per stare lì a condividere questa tragedia con gli altri. La provvidenza ci aiuterà, seguiamo quello che ci dice il cuore e quelli che ci stanno a cuore.

7 aprile
Torniamo a L’Aquila. Mio cognato e Piero mi stanno portando un camper da Milano. L’idea non è male; la condivido con gli amici del Centro di Pescara e nasce subito un servizio di domanda e offerta per offrire un alloggio mobile a chi non può o non vuole allontanarsi da casa.
Mi telefona Grazia e mi racconta nella sua grande semplicità quello che sta accadendo e di come sotto i nostri occhi velati dalla preoccupazione e dall’angoscia si presenti la misericordia di Dio. Sua figlia piccola si è salvata per miracolo; il lettino dove Maria dormiva fino a pochi minuti prima della scossa è pieno di calcinacci; e poi la tragedia è avvenuta di notte; se fosse successo di giorno le vittime sarebbero state molte di più perché parecchie scuole, compreso il liceo classico dove studia mio figlio, sono state distrutte completamente; e poi tutta la solidarietà che è scattata tra i nostri amici, non diamola per scontata, partiamo da quello che c’è.
Arrivano i primi camper da Porto San Giorgio e Tolentino grazie agli amici Emilio e Cristiano. Porto il primo camper a don Mauro davanti alla sua parrocchia distrutta. Il pomeriggio ha detto messa in piazza davanti a qualche decina di persone; mi guarda con sorpresa, non avrebbe mai pensato che la mia offerta di un camper per poter stare vicino alla parrocchia sarebbe stata accolta così rapidamente; sua madre che lo assiste nella ormai ex-canonica non la smette di ringraziarmi.
I ringraziamenti sono interrotti da una forte scossa di terremoto. È incredibile la terra sotto i piedi sembra flessibile si muove come un'onda. Una casa lesionata a circa 100 metri da noi crolla alzando una densa nuvola di fumo.
Il secondo camper va a una famiglia di miei vicini. Organizziamo con loro e con gli amici delle Marche una spaghettata intorno alle 24. Valerio il mio vicino rimane colpitissimo da questa amicizia operativa, non ne capisce fino in fondo le ragioni e dice: «Solo Gesù Cristo fa le cose gratuitamente!». Appunto, gli risponde Cristiano. Ma guarda un po’ che cosa mi doveva capitare per incontrare quelli di Tolentino! È proprio vero che la corrispondenza accade anche in mezzo alle difficoltà.

8 aprile
Oggi è stato un giorno con poche scosse speriamo sia l’inizio della fine; la mancanza di sicurezza è un elemento che non facilita il vivere. Siamo un po’ a corto di offerte di camper mentre le richieste aumentano; le imminenti vacanze pasquali da questo punto di vista non ci aiutano. Speriamo che per mercoledì prossimo la situazione migliori.
Oggi abbiamo saputo che è morto un ragazzo compagno di classe di quelli che stavano per venire al triduo di Gs. Il ragazzo si chiamava Filippo Maria Bruno. Grazia mi racconta che Lucilla, che era la sua insegnante, dice che era quello che faceva più domande e le domande le fa uno che ha un vero interesse, e che a questa domanda che aveva nel cuore Cristo ha risposto subito. A questa affermazione il mio cuore si ritrae come di fronte a una vertigine; la prima reazione è: «Ma che cavolo stai dicendo!!». Poi Grazia prosegue: «Aiutiamoci a sostenerci in un giudizio: cos’è che rimane? Che cosa riempie? Che cosa dura, veramente?». E poi mi racconta che al triduo 8.800 ragazzi pregheranno per lui. Non esistono più delle comunità: esiste solo una comunità.
Signore abbi pietà di me, sono un povero peccatore. In fondo in fondo voglio sempre misurare fin dove arriva il disegno di Dio. Se non ci fosse questa presenza carnale che mi riprende ogni giorno sarei peggio degli altri! Ma grazie a Dio questa presenza c’e!
Nel primo pomeriggio siamo andati con Ercole da Sua Eccellenza Giuseppe Molinari, vescovo dell’Aquila, per portargli il sostegno filiale di tutto il movimento ed offrirgli concretamente il nostro aiuto secondo quello che lui riterrà più utile alla Chiesa locale; gli abbiamo anche portato il volantino di giudizio di Cl che lui ha voluto che gli leggessimo in diretta. Lo abbiamo incontrato durante la sua visita alla tendopoli di Paganica e siamo stati con lui tutto il tempo. Ci ha confidato che in mattinata aveva parlato con Benedetto XVI e che ha avuto da Lui la conferma che verrà appena possibile a L’Aquila.
Alle 23 andiamo a letto (in camper) per la stanchezza. Alle 00.05 suona il telefono, mi sveglio di soprassalto: è Marta da Milano che chiede come vanno le cose. Ma a Milano, mi chiedo, vi hanno informato che è in vigore l’ora legale?

9 aprile
Come volevasi dimostrare! Oggi è stata una giornata con molte scosse di cui l’ultima molto forte alle ore 22 con epicentro spostato più a nord. Per quanto riguarda i soccorsi la situazione si sta normalizzando: le tendopoli sono quasi tutte completate e la vita nei campi sta diventando sempre più il centro gravitazionale delle comunità. La situazione di emergenza mi sembra abbia modificato, migliorandoli i rapporti tra le persone. È come se le difficoltà e i bisogni avessero fatto scoprire di più il senso di appartenenza e la disponibilità verso gli altri. È un'occasione straordinaria per incontrare persone.
Oggi ci sono stati i funerali di Filippo; peraltro non so come mai i genitori abbiano scelto una cerimonia distinta da quella di stato programmata per domani. Lucilla vi ha partecipato ed ha incontrato la madre del ragazzo. Gli ha raccontato le ultime cose emerse nel rapporto con lui ed in particolare del suo grande interesse al significato del vivere dimostrato dalle sue domande incalzanti durante le lezioni; poi l'ha informata che durante il triduo di Gs tutti i ragazzi presenti avrebbero pregato per lui. La madre di Filippo è rimasta colpita dalle parole di Lucilla tanto che ha voluto che lei si sedesse vicino durante la funzione.
La sera io e mia moglie abbiamo partecipato alla prima messa all’aperto presso la tendopoli di S. Elia.

10 aprile
È il giorno dei funerali di Stato. Tentiamo di partecipare ma ci convincono dell'impossibilità ad entrare. Purtroppo poi sapremo che non era proprio così.
Continuano gli arrivi (col contagocce) dei camper. Stamattina direttamente da Catania è arrivato Rosario. Andata e ritorno dalla Sicilia a spese proprie. La testimonianza di Rosario mi ha colpito moltissimo sopratutto per la semplicità e per la disponibilità dimostrata.
Portiamo il mezzo a Corrado ed al figlio rimasti a presidiare la casa dormendo in macchina mentre i bambini, la mamma e la nonna erano stati trasferiti sulla costa. Adesso tutta la famiglia potrà riunirsi.
Il pomeriggio ci rechiamo alla Via Crucis del movimento che quest'anno si tiene nel teramano. Rivediamo gli amici del movimento, il segno più tangibile della misericordia di Dio. Rivediamo gli universitari che avevamo avuto modo di sentire solo telefonicamente. C’è una forte preoccupazione per l’università; c’è una inevitabile incertezza sul futuro e sui tempi necessari perché l’università torni a funzionare.
La preoccupazione è che molti scelgano di trasferirsi in altre università e vada persa una delle risorse culturali ed economiche più importanti per la città di L’Aquila.
E noi non abbiamo le risposte per tutto questo.
«Domandiamo a Dio la grazia di capire, di comprendere sempre più, che il nostro cuore comprenda sempre più. Donaci il Tuo aiuto affinché non veniamo meno, affinché l’evidenza ultima non si oscuri in noi, perché è come una oscurità che copre l’evidenza del Vero» (Via Crucis, prima stazione).

12 aprile
È il giorno di Pasqua; è il giorno della Resurrezione. L’origine della certezza definitiva del futuro pur sempre nell’inevitabile incertezza della modalità concreta attraverso la quale il futuro accadrà giorno dopo giorno.
«Se non fossi tuo, mio Cristo, mi sentirei creatura finita».
Le frasi lette per anni senza provare il minimo sapore provocano improvvisamente un sussulto; è una corrispondenza che nasce dall’impatto con la realtà quando ci si va a fondo. Ma nella mia esperienza, questo accade sempre per grazia o quantomeno io la percepisco così.
Andiamo a Teramo a pranzo da Ercole. Entro e c’è una sorpresa: mi trovo davanti Marchino, un nostro vecchio amico di infanzia che è venuto da Milano solamente per abbracciarci. Mi dice: «Volevo solo incrociare i vostri sguardi; adesso vedo che non siete perduti; i vostri occhi mi dicono che avete ancora speranza. Era tutto quello che volevo sapere».
Ma che cosa è questa amicizia che porta un tuo amico a fare 1100 km in un giorno per cercare la conferma nei tuoi occhi che Cristo è vivo?
Non sono mai stato un sentimentale; non mi ha colpito il gesto in sé, ma la motivazione invece sì, perché vi riconosco anche la mia modalità di desiderare, nel rapporto con un altro, che la mia fede aumenti.
Ritorniamo a L’Aquila. Domani per Pasquetta dobbiamo ricontattare tutti i nostri amici per vedere come va e dire che è ora, nei tempi e modi più utili per tutti, che si riprenda a vivere.

14 aprile
Devo dire che, dopo una settimana dal terremoto, la Protezione Civile nel suo complesso ha fatto un lavoro incredibile: sicuramente ci sono dei problemi (per esempio una parte delle tende non è ancora riscaldata e fa molto freddo), ma nel complesso l'operazione è riuscita. Direi che lo Stato sta facendo la sua parte. Nei campi vige un ordine di tipo militaresco, i controlli sono moltissimi e sembra tutto completamente organizzato.
Sarà che la mia tendopoli è tenuta dalla Protezione Civile di Bolzano, ma qui l'ordine regna sovrano e l'organizzazione è teutonica. Ci sono medici, infermieri, assistenti sociali, assistenti psicologici e assistenti spirituali (…non ho ancora capito se sono preti, ma non mi pare). Si fa un po’ fatica a proporre qualche cosa perché è già tutto coperto dagli "specialisti". Nei prossimi giorni approfondirò l'argomento.
Per quanto riguarda noi, stiamo cominciando a strutturare la nostra presenza attraverso una segreteria che raccolga sul posto i bisogni degli aquilani rimasti in città - iniziando dalla fornitura di camper per le famiglie che ne hanno bisogno -, ma anche quelli delle aziende che dopo il terremoto hanno perso le loro strutture operative o visto ridursi significativamente la loro attività. Per questa settimana copriamo i turni con i nostri amici dell'Aquila; dalla settimana prossima faremo dei turni aperti agli amici abruzzesi e di altre regioni.
Non abbiamo, almeno io, un progetto chiaro in testa. Guardiamo la realtà a partire da chi ci è più vicino e cerchiamo di abbracciare il suo bisogno con quella tenerezza che, come dice don Giussani, è «una sensibilità tesa ad affermare la gioia dell'altro». Vediamo che cosa ne nasce.

15 aprile
Oggi è il mio compleanno. Non è mai stata una festa a cui ho mai tenuto molto. Non so bene perché. Spero quindi che la circostanza del terremoto favorisca la sua dimenticanza. Poi sono 53 candeline! Spero proprio che pochi se ne ricordino.
Non è così.
I casi sono due: o i tanti amici hanno buona memoria o la diffusione delle agende elettroniche sta raggiungendo numeri da capogiro.

17 aprile
Domani con Ercole abbiamo organizzato un incontro ed un pranzo di tutta la comunità di L’Aquila (adulti e universitari) con don Eugenio Nembrini sfruttando la sua presenza in Abruzzo. È un’occasione per rivederci dopo la diaspora post-terremoto e nel contempo per testimoniarci le ragioni della nostra speranza. Non so se tutti potranno partecipare; molti sono lontani. Bisogna che comunque tutti siano avvertiti.
Oggi arrivano i container che, una volta montati, costituiranno il primo ufficio/segreteria mobile per una nostra presenza stabile in aiuto alle popolazioni colpite ed al tessuto imprenditoriale aquilano. Il luogo non è ancora ben identificato. Paolo e Tonino stanno rompendo le scatole a tutte le autorità locali e alla Protezione Civile per avere una autorizzazione. Alla fine ce la fanno; ci danno uno spazio vicino agli uffici comunali per il sostegno alle imprese.
Alle 18.30 arrivano i container da Forlì; il gruppo di volontari capitanati da Paolo e Patrizio lavora duramente fino alle 24. Alla fine l’ufficio mobile è completato: 36 metri quadri di solidarietà e di comunione.
Lunedì si parte ufficialmente.
Mi colpisce come il team composto da universitari ed adulti che in buona parte non si conoscono possa lavorare in armonia senza contrasti e saltando bellamente la cena.
Se penso a quello che molte volte accade in azienda è un vero miracolo; il miracolo della Sua presenza che opera tra di noi.
Oggi siamo stati anche dall’arcivescovo dell’Aquila. Sua eccellenza monsignor Molinari è veramente una persona di fede; è una persona da guardare per la modalità con cui sta educando il suo popolo al riconoscimento del Mistero che fa tutte le cose. Pur gravato dalla stanchezza di questi giorni e dal dolore per i tanti amici e conoscenti scomparsi ha una disponibilità verso tutti ed anche verso di noi che è da ammirare.

18 aprile
Don Eugenio, alcuni amici della “Birra” e di Rimini sono venuti a trovarci. È un’occasione per rivederci (alcuni di noi con i bambini piccoli si sono trasferiti sulla costa) e per raccontarci semplicemente come sta andando.
Iniziamo con un’assemblea informale dove molti di noi raccontano quello che è accaduto e come sta vivendo il dopo terremoto. È strano e sembra quasi che da questa occasione tragica sia miracolosamente rifiorita la comunità; rifiorita soprattutto nell’evidenza di ciò che è essenziale, di ciò che sta veramente al fondo e al significato di tutto. Don Eugenio ci invita ad arrivare fino in fondo a questo giudizio e a dire il Suo nome: Cristo.
Alla fine don Eugenio ci chiede cosa raccontare a Carrón: «Digli che il nostro cuore non si è perduto. Che anzi è più certo di prima». Gli amici di Teramo ci hanno fatto proprio una bella sorpresa: pensate, ci hanno preparato un pranzo a base di “arrosticini” che, per chi vivesse nel profondo nord, sono dei bocconcini di pecora infilati in uno spiedino di legno e cotti alla brace. Don Eugenio ha portato il vino e lo champagne oltre che una grappa aromatica delle sue parti. Cantiamo per gli ospiti alcuni canti della tradizione abruzzese: Luntane chiu luntane, Arvì, Zi Nicola…
La giornata volge al termine ci salutiamo come se fossimo amici da sempre. Personalmente non mi sono mai sentito solo, ma questo pomeriggio ancora meno e non credo sia solo per la grande quantità di alcool che allegramente ho bevuto. Paolo, prima di ripartire per Milano mi dice: «Mi sono sentito a casa». Non poteva dire niente di più vero. Previdentemente cedo le chiavi della macchina a Daniela; non vorrei proprio mi togliessero la patente: ora ne ho più bisogno che mai!

19 aprile
È domenica, andiamo alla messa alle 11 alla tendopoli. Poi su invito di Patrizia e Angelo partiamo per Avezzano per il pranzo e la super desiderata doccia.
Ebbene sì! La domenica non è solo il giorno del Signore, ma anche il giorno della doccia che per motivi logistici riusciamo a fare solo una volta la settimana. Ci facciamo invitare a debita distanza dall’Aquila per godere un po’ di tranquillità e uniamo l’utile (il cibo) al dilettevole (la doccia).
È interessante come in questa situazione le cose che normalmente facciamo per abitudine acquistino un significato diverso e più vero. Come se di colpo la realtà assumesse il suo vero significato e ti scoprissi stupito del fatto che le cose esistano e che tu ne possa godere. È un po’ come tornare bambini. Tutto ciò che abbiamo non è scontato o peggio di nostra proprietà ma tutto, anche una doccia, può rivelarsi nel suo vero significato come dono.