Madrid, la presentazione del manifesto di Cl.

SPAGNA Aborto: quella proposta contro la ragione

Presentato a Madrid il 1° ottobre il manifesto di Comunione e Liberazione contro l'aborto. Un giudizio nato dopo l'approvazione di un progetto di legge del Governo Zapatero che lo depenalizzerebbe fino al 4° mese
Carmen Giussani

Venerdì, 25 settembre. In Spagna, il Consiglio dei Ministri approva la proposta di legge sull’aborto. Se il Parlamento la ratificherà, l’aborto - che attualmente è un reato depenalizzato solo in tre casi concreti - diventerà un “diritto” della donna. Un preteso diritto, che potrà essere esercitato senza alcuna giustificazione fino alla XIV settimana di vita del figlio. Per le minorenni a partire dai 16 anni, anche senza il consenso dei genitori. Davanti a questo fatto gravissimo, Comunione e Liberazione spagnola ha presentato il 1 ottobre, nella Sala della Fondazione Paolo VI di Madrid, il manifesto «Il vero pericolo della nostra epoca è la perdita del gusto della vita» (Teilhard de Chardin).
Cristina López Schlichting, direttrice del popolare programma La Tarde di Radio Cope, ha introdotto l’incontro indicando proprio in questo giudizio il cuore di tante situazioni drammatiche che sembrano, oggi, moltiplicarsi a dismisura. Nel caso della nuova legge sull’aborto, questa perdita di gusto - cioè di senso della vita - confonde la gente fino quasi a cancellare un bene come la nascita di un figlio. E il valore della vita stessa.
Una delle cause che spiegano la tragedia dell’aborto è la solitudine della donna, cui si pretende attribuire un “diritto”. In realtà, la si trasforma così in vittima. Lasciata sola, dovrà prendere una decisione che peserà unicamente sulle sue spalle. Ma la solitudine più radicale, spiega il manifesto, è «la mancanza di significato». Bisogna rendersene conto.
La parola è passata poi a César Nombela Cano, docente di Microbiologia e membro del Comitato etico consulente del Governo, che ha spiegato come «la scienza oggi è unanime nell’affermare che, fin dal momento del concepimento, ci troviamo di fronte a un supporto biologico unico e irripetibile» di quello che è un essere della specie umana. Il professor Nombela, con estremo rigore, ha chiarito che «dal primo istante si sviluppa come un continuum quello c’è già dall’inizio». Come spiegare, allora, la resistenza di una parte del mondo scientifico? Nombela ha citato episodi e argomenti che ricorrono a giustificazioni artificiose. Aggiungendo anche che «la ragione, per rispettare i dati raggiunti dallo sviluppo delle scienze, oggi sempre più unanimi, non deve abdicare della sua funzione, cioè dev’esser capace di verità».
È quello che il procuratore di Malaga, Francisco Jiménez Villarejo Fernández, membro di un organo di consulenza del Pubblico Ministero, ha dimostrato brillantemente. Passando in rassegna varie menzogne diffuse «come in coro» dal Governo e dalla stampa, ha evidenziato anche il conflitto di costituzionalità che sorge tra questo presunto diritto della donna e il diritto alla vita del nasciturus tutelato dalla Costituzione spagnola. Riferendosi al diritto comparato, ha quindi messo in luce come, «rispetto ai paesi dell’Unione Europea, la Spagna rischia di diventare l’avanguardia nell’abolizione di uno dei diritti umani fondamentali».
Se il significato, il valore e il diritto alla vita, fino a pochi anni fa sembravano indiscutibili, perché oggi si è persa questa chiarezza? Come riconquistare queste evidenze? Davanti a questa tremenda confusione e alle dimensioni della tragedia dell’aborto, il manifesto afferma che «solo un amore incondizionato e una compagnia concreta» possono aprire il cammino a una riconquista della ragione a partire dall’esperienza e, quindi, a una speranza reale. Belén Cabello Albendea, presidente dell’Associazione “Familias para la Acogida” (Famiglie per l’accoglienza; ndr) lo ha raccontato con fatti e opere che sono fiorite e continuano a sbocciare nell’esperienza cristiana.
Cristina López ha, infine, chiuso gli interventi tirando alcune conclusioni. E l’ha fatto prendendo spunto dal contenuto dagli Esercizi della Fraternità di Cl dello scorso aprile: «Senza la fede, e una fede personale, anche la ragione perde la bussola e le evidenze più umane si annebbiano. Come scriveva profeticamente Guardini, la pretesa moderna di godere dei frutti della fede rifiutando l’esperienza che li genera, la Chiesa, dimostra tristemente il suo fallimento. Questo manifesto si propone a tutti come occasione di un esercizio libero della ragione e come testimonianza di persone e opere che sono eco di quella Presenza che, restituendo un figlio a sua madre, disse “Donna non piangere”».
Solo un vuoto educativo può spiegare come «una parte della società spagnola possa ammettere una legge sull’aborto così contraria alle evidenze della scienza, della ragione e della stessa sensibilità umana». Per questo, il manifesto invita a una battaglia in campo politico, culturale, legislativo e, soprattutto, educativo. Per creare nella società quello che Benedetto XVI ha definito «un clima di gioia e fiducia nella vita». Solo così si potrà vincere il dramma della solitudine.