«Vivere qui da cristiani non è facile: per i musulmani, siamo cristiani. E per gli ebrei, siamo arabi». Qui è in Terra Santa, il luogo in cui Dio si è fatto carne. Dove tutto ha avuto inizio. E dove oggi la presenza di Cristo sembra sempre più fragile e nascosta.
Don Vincent Nagle, della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borromeo, è a Gerusalemme dal 2006. Oggi la sua missione viene raccontata nel documentario di Giacomo Prestinari Attraverso il muro. Missionario in Terra Santa, che verrà presentato il 20 dicembre in prima assoluta a Milano, dopo la messa di Natale presieduta da don Massimo Camisasca (alle 16 presso la chiesa di sant’Ignazio di Loyola, nel quartiere Feltre). Una missione delicata, in una regione così piena di conflitti. «Una volta mi venivano le vertigini - ci ha raccontato recentemente (v. Tracce, n. 11/2009) -. Ora mi viene la decisione di vivere la realtà presente. Tutti hanno bisogno di Cristo».
Originario della California, don Vincent ora lavora per il Patriarca latino ed è parroco nelle piccolissime comunità a Nablus e Ramallah. «Quando ho detto a mia madre che avrei lasciato gli Stati Uniti per venire qui - racconta nel video - mi aspettavo delle obiezioni. Invece è stata per qualche istante in silenzio. Poi m’ha detto: “Sei nato ebreo, sei diventato cattolico e hai studiato la storia dell’islam: devi andare. Quello è il tuo posto!”».
In una realtà come la Terra Santa, ogni giorno tocca fare i conti con l’esperienza della divisione. Di mura anche fisiche. Ma ciò che unisce è più forte delle divisioni. È il senso, in fondo, dell’ultima scena del video. Che ripercorre l’ultimo episodio raccontato dall’evangelista Giovanni. Sulla riva del lago di Tiberiade, dove Pietro viene perdonato da Gesù dopo il suo tradimento, don Vincent racconta di vivere la stessa esperienza: «Anche di fronte a tutte le obiezioni possibili, perfino di fronte al tradimento più disgustoso, rimane una voce instancabile che dice: “Allora? Tu seguimi”».
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