HAITI Così si lavora alla base di Avsi

I volontari sono in prima linea per aiutare la popolazione colpita dal terremoto: distribuiscono pentole e coperte, offrono un tetto... E soprattutto sono al fianco delle famiglie dei 600 bambini sostenuti a distanza, andandoli a rintracciare uno a uno

Dalla distribuzione di pentole e coperte alla ristrutturazione dei centri di accoglienza. Sono alcuni degli interventi proposti da Avsi per aiutare la popolazione di Haiti, vittima del terremoto.
Presente sull’isola dal 1999, Avsi ha subito messo a disposizione dell’Agenzie delle Nazioni Unite la sua profonda conoscenza del territorio e dei bisogni della gente. Con Fiammetta Cappellini, volontaria nell’équipe di Port au Prince, sta fornendo aiuti di prima emergenza a 2mila senza tetto (ma l’obiettivo è assisterne 10mila) nelle bidonville di Cité Soleil e Martissant, dove Avsi operava già da anni: quei centri, che nel tempo erano diventati veri e propri punti di riferimento per la popolazione, offrono ora un riparo a migliaia di persone. Soprattutto a donne incinte e a bambini che hanno perso i genitori.
Una base di Avsi allestita nella vicina Repubblica di Santo Domingo segue la logistica e coordina l’acquisto e l’invio degli aiuti, grazie anche al sostegno di Cesal, l’ong spagnola da tempo partner di Avsi per l’America Latina. È attivo anche il centro Avsi a Les Cayes, a sud ovest della capitale, che sta già dando rifugio ai primi sfollati.
A Cité Soleil e Martissant sono state allestite delle Tende, punti di prima accoglienza per oltre 10mila persone senza tetto - circa 1.600 famiglie -, dove vengono distribuiti materassi, coperte, sapone, pentole, magliette e biancheria intima. Nelle Tende gli adulti possono lasciare i bambini per andare a cercare provviste o parenti dispersi. Inoltre, nei primi giorni Avsi ha organizzato tre o quattro turni giornalieri con educatori e un servizio di mensa, per dare riparo a più di 300 bambini per volta. Mai come ora è indispensabile sostenere, con azioni concrete, la famiglia o chi è sopravvissuto.
Insieme a queste attività di accoglienza, la squadra di Avsi a Port au Prince è in prima linea anche per rintracciare i 600 bambini sostenuti a distanza e le relative famiglie, che prima del terremoto erano seguiti uno a uno dagli educatori. Un compito arduo, che sicuramente richiederà parecchio tempo.

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