Una chiesa distrutta dal sisma, a Concepción.

LETTERA DAL CILE Che cosa riempie la distanza

Una ragazza scrive a un amico cileno per avere sue notizie. Nonostante la lontananza e i silenzi di mesi, la scoperta di un'amicizia «viva». Che non ha bisogno di tante parole

Avendo saputo del terremoto in Cile, mia figlia, per avere loro notizie, ha scritto una mail a Exequiel, un ragazzo di Santiago, studente universitario che conosce l’italiano e che, nonostante avesse solo una ventina d’anni, è stato guida di altri tre ragazzi venuti con lui al Meeting di Rimini dello scorso anno.
Nella sua risposta, ci ha colpito tantissimo questo:
«Io stavo con qualche amico del Clu durante il terremoto. Abbiamo pregato insieme (tre volte il Gloria al Padre), e mi sono reso conto che non pregavamo come tanta gente che sicuramente pensava di scongiurare così il terremoto, come se facesse "magia". Noi stavamo mettendoci nelle mani di Dio, riconoscendo con questa preghiera che siamo di Lui, che apparteniamo a Lui come a Lui appartiene tutta la realtà. Lui è proprio il Signore. E tutto, anche le difficoltà di questi giorni e il dolore che viviamo per quelli che sono morti e per quelli che hanno subito in modo peggiore questo terremoto, e la paura che abbiamo: tutto viene offerto a Lui. E tutto verrà salvato da Lui. Questa certezza la abbiamo e la condividiamo. Pregate per noi e per la nostra patria! Noi iniziamo qua a pregare e a lavorare...»
Queste non sono semplici parole, sono per noi una grande testimonianza di affezione, certezza e giudizio. Un vero segno di Speranza nel consegnarci a Colui che ci fa in ogni istante, qualsiasi cosa accada e qualsiasi cosa ci venga chiesta.
Una cosa così, noi dobbiamo ancora impararla, ma tuttavia è già certezza. A me colpisce e convince anche che un’amicizia che poggia su Gesù Cristo non abbia bisogno di tante parole e che al di là della lontananza di spazio e di tempo, anche dopo mesi che non ci si sente, l’essenziale torna immediatamente vivo, perché sgorga dalla sorgente pura che è Cristo.
Tutto questo ci rende grati per questa storia di fede incontrata.

Lettera firmata