L'alluvione che ha colpito lo stato di Rio de Janeiro.

RIO DE JANEIRO
La nostra vita appartiene a un Altro

Martedì 6 aprile. Dopo più di 15 ore di piogge torrenziali, un'alluvione colpisce lo stato di Rio de Janeiro: i morti sono più di duecento, migliaia gli sfollati. Ecco il volantino di giudizio della comunità brasiliana di Cl

«La nostra vita appartiene a un Altro, L’inevitabilità (di ciò che accade) è come il sinonimo più chiarificatore di questa non appartenenza a noi della cosa, e soprattutto non appartiene a noi ciò da cui tutto deriva: la nostra vita appartiene a un Altro. In questo senso si capisce perché la vita dell’uomo è drammatica: se non appartenesse a un Altro sarebbe tragica.
La tragedia è quando una costruzione frana e tutti i sassi e i pezzi di marmo e i pezzi di muro, crollano.
E tutto nella vita diventa niente, è destinato a diventar niente, perché di ciò che abbiamo vissuto nel passato, di ciò che abbiamo vissuto fino a un’ora fa, fino a cinque minuti fa, non esiste più niente di formato, di costruito non esiste più niente. E questo è tragico. La tragedia è il nulla come traguardo, il niente, il niente di ciò che c’è.
Mentre se tutto appartiene a un Altro, la vita dell’uomo è drammatica, non tragica. Riconosco che ti appartengo, riconosco che il tempo non è stato mio, non mi apparteneva, come il tempo fino ad oggi non mi appartiene, non mi appartiene. Ciò che possiede il nostro tempo è morto per noi, si presenta ai nostri occhi e al nostro cuore come il luogo dove è amato il nostro destino, dove è amata la nostra felicità, tanto che Colui che possiede il tempo muore per il nostro tempo.
Il Signore, Colui a cui appartiene il tempo, è buono».
(Don Luigi Giussani, Si può vivere così?)


«Di fronte alla tragedia che ha colpito la nostra cara città di Rio di Janeiro, chiedo alle parrocchie della nostra Arcidiocesi di accogliere gli sfollati, come anche alle cappelle, ai collegi e agli organismi arcidiocesani di collaborare a rispondere ai loro bisogni, unitamente con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, contribuendo agli sforzi delle forze pubbliche e di altri enti, in questo momento difficile. In questa settimana di Pasqua, in cui risplende il vigore della carità di Cristo per tutti gli esseri umani, invoco l’intercessione di san Sebastiano, patrono della nostra città, perché cessino le calamità, e di san Giorgio, perché rinnovi la forza del popolo carioca nella difficoltà».
(Monsignor Orani João Tempesta, Arcivescovo di Rio de Janeiro)


La Pasqua che abbiamo celebrato da pochi giorni è il fatto che ha cambiato la storia dell’umanità di oggi. Quel giorno, Pietro e Giovanni trovarono la tomba vuota. La risposta al dramma dell’uomo è quell’uomo che era morto e che ora è vivo. Questa è la nostra possibilità di speranza, anche davanti ai fatti più drammatici. È la certezza di questa appartenenza che sostiene la nostra speranza e ci fa sentire come nostro il dramma dei fratelli di fronte alla morte, alla perdita dei cari o della casa.

Comunione e Liberazione - Rio de Janeiro, Brasile