Crocifisso: a Strasburgo si riapre il processo.

STRASBURGO Il crocifisso torna in aula

Domani, 30 giugno, la Corte europea tornerà a pronunciarsi sul ricorso del Governo italiano. Alla sbarra il simbolo cristiano. A difenderlo, a sorpresa, un grande giurista ebreo. Il costituzionalista Andrea Simoncini spiega perché
Stefano Zurlo

Il crocifisso a processo. Per la seconda volta. Sarà battaglia mercoledì 30 giugno a Strasburgo, davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Gli eurogiudici, come spiega Andrea Simoncini, ordinario di Diritto costituzionale all’università di Firenze, «potrebbero anche capovolgere la decisione del 3 novembre scorso, quando il crocifisso fu bocciato».

Professor Simoncini, come si è arrivati a questo secondo appuntamento?
Il Governo italiano, dopo aver incassato la bocciatura, ha fatto ricorso. La corte nei mesi scorsi, ha dichiarato il ricorso ammissibile e la partita si è riaperta.

Un passaggio scontato?
Per niente. Molte sentenze della Corte sono definitive. Qua si è stabilito di rivalutare il problema in seconda istanza davanti alla cosiddetta Grande Camera.

Come cambia la composizione della Corte?
In prima istanza sono stati sette giudici a bocciare il crocifisso. E a sentenziare che non può essere esposto nelle scuole perché comprime i diritti dell’uomo, nel caso specifico quelli di una signora italiana di origini finlandesi che riteneva la presenza del crocifisso in classe un attentato all’educazione dei figli. Ora saranno ben diciassette i giudici che riesamineranno il problema. Giudici, voglio ribadirlo, della Corte dei diritti dell’uomo che non ha nulla a che fare con la Ue ma è espressione del Consiglio d’Europa cui aderiscono 47 Paesi.

Cosa succederà mercoledì?
Si terrà l’udienza e le diverse voci esprimeranno i loro punti di vista. L’allargamento del panel dei giudici può essere un indicatore della volontà di affrontare la questione senza pregiudizi, senza cedere automaticamente alle ragioni di una laicità tranchant, di un laicismo che non è affatto neutrale.

Chi difenderà il crocifisso?
Il dato interessante è che l’Italia è stata seguita a ruota da dieci Paesi che hanno a loro volta fatto ricorso contro la sentenza. Dunque l’Italia non è sola ma ha alleati che vanno dalla Russia all’Armenia, dalla Romania alla Bulgaria e alla Grecia. Bene, tutti questi Paesi si sono affidati ad un luminare del diritto costituzionale europeo: J.H.H.Weiler, docente all’università di New York ed ebreo osservante. Sarà dunque un ebreo osservante a difendere le ragioni della croce e, secondo me, della civiltà.

Quando arriverà la sentenza?
Ci vorranno settimane, se non mesi.

In caso di conferma della condanna cosa accadrà?
La Corte ha due strade. Potrebbe cavarsela con un risarcimento a favore della famiglia finlandese. Oppure, ed è lo scenario più allarmante, potrebbe chiedere all’Italia di eliminare la causa del problema. In altre parole di togliere i crocifissi dalle scuole. Ma naturalmente io spero che l’Europa plurale l’abbia vinta sull’Europa del pregiudizio anticristiano. Dell’ideologia che cancella la libertà di tutti.